Vigili distratti, strisce pericolose, semafori traditori e anarchia. La dura vita dei pedoni europei

Stamattina mi sono fermato per lasciar passare una signora piuttosto malmessa che cercava di attraversare sulle strisce pedonali e sono stato superato da un altro guidatore che come al solito aveva visto in me solo un ostacolo da togliersi davanti. Succede a tutti e tutti i giorni, direte voi. Certo, ma nel mio caso la scena è avvenuta a meno di 50 metri da un gabbiotto dei vigili, presidiato in quel momento da tre agenti, nessuno dei quali ha fatto una piega: parlavano tra loro e hanno continuato a farlo. Se l’Italia – come ci ha informato l’Aci l’altro giorno (Scarica Comunicato stampa – Gelpi su EuroTest pedoni 2009) – è uno dei Paesi europei dove i pedoni sono più a rischio, lo si deve anche a questo (anche se, per amore di verità, il dato dei morti italiani in aumento riportato dall’Aci nel suo comunicato potrebbe essere uno scherzo delle nostre solite statistiche inattendibili).

La nota Aci, comunque, impressiona per l’inadeguatezza complessiva degli attraversamenti pedonali riscontrata in tutta Europa dai locali Automobile club (e anche qui l’Italia spicca, soprattutto con Napoli). Inoltre, segnali, regole e consuetudini sono diverse da Paese a Paese, cosa molto pericolosa ora che l’abolizione delle frontiere interne ha reso assolutamente normale per gli europei muoversi per tutta l’Unione (ve ne scrissi l’anno scorso commentando la tragedia delle due ragazze irlandesi falciate sul Lungotevere da un ragazzo romano). Per non parlare delle particolarità localissime: per esempio, vi ricordo che da dieci anni a Roma hanno preso il vizio di far scattare subito il giallo per i pedoni, rendendo di fatto impossibile capire quanto tempo ha per attraversare (posto che fermarsi davvero a un giallo così demenzialmente lungo è cosa che nessun italiano fa da un pezzo e anche i turisti stranieri si adeguano presto, capendo l’assurdità del fenomeno).

Se queste considerazioni non vi bastano e vi trovate a passare da Bologna, fate un salto all’Archiginnasio, in pieno centro: troverete una mostra in cui artisti notissimi (Scarica Segnalazione evento Siamo tutti pedoni) cercano con le loro opere di ricordarvi che i pedoni vanno rispettati. Se non altro perché prima o poi inevitabilmente ciascuno di noi si trova proprio nella parte del pedone.

  • Fabrizio |

    Sono abbastanza d’accordo con questo articolo, anche se però bisogna distinguere. Come al solito ci troviamo di fronte alle solite due o anche tre Italie. Sicuramente a Milano, Roma, Napoli capita quanto descrivi tu. Nella civilissima Emilia o in Veneto può invece capitare il contrario. E cioè che un pedone, siccome ha pieno diritto all’attraversamento, si “tuffa” letteralmente sulla strada rischiano di morire lui in prima persona, coinvolgendo in una tragedia anche un ignaro automobilista o motociclista. Il problema, mi sembra, è quello che le regole si stabiliscono “al momento”, in base a parametri arbitrari, come condizioni meteo, strada bagnata o asciutta, veicoli che seguono o meno (purtroppo inchiodare per far passare un pedone può causare anche un tamponamento) e via dicendo. Io cerco di fermarmi quando possibile, ma non lo faccio sempre. In Germania ci si ferma sempre. Ma l’Italia è anche il paese dei condoni, mentre in Germania le tasse si pagano, per cui che motivo c’è di stupirsi?

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