I miracoli del Tutor, la lobby che lo vuole e i morti che non si vedono

L'ho sospettato fin dal primo momento, ma ne ho avuta la conferma solo da poco e in via indiretta: alla riduzione di morti e incidenti ottenuta nei tratti autostradali controllati dal Tutor si contrappone un aumento dei problemi nei tratti adiacenti. Lo chiamano "effetto recupero": chi si è dovuto frenare per qualche centinaio di chilometri, si rimette a pestare sull'acceleratore per "recuperare il tempo perduto" (peraltro non sapendo che col traffico di oggi è comunque difficile tenere medie elevate). Con l'aggravante che, specie nei primi chilometri di "libertà", è ancora abituato ad andare piano e quindi tende ad avere i riferimenti falsati su spazi e tempi.

Per questo, Autostrade per l'Italia (Aspi) punta a estendere il Tutor il più possibile, gli altri gestori glielo "invidiano" e qualcuno (Serenissima e Milano-Serravalle) gliel'ha anche comprato. In questo contesto, il senatore Luigi Grillo ha presentato un emendamento al Ddl sicurezza stradale (quello che dovrebbe essere votato in queste settimane e nell'ambito del quale si discute anche sui 150) che manda all'aria qualsiasi regola istituita dallo stesso Ddl per migliorare la sicurezza strutturale delle strade (asfalti, segnali, guard-rail) destinando a essa buona parte dei proventi alle multe (che andrebbero all'ente proprietario e non all'ente che accerta l'infrazione): sui tratti con Tutor, Grillo propone di girare gli incassi derivanti dagli eccessi di velocità alla copertura delle spese sostenute per installare questo costosissimo sistema di controllo.

Si potrebbe discutere un bel po' sul fatto che Grillo sia storicamente vicino ai poteri forti della finanza (vedi le inchieste sui "furbetti del quartierino" e l'ex-governatore di Bankitalia, Antonio Fazio), che non sono estranei al settore autostradale. Ma non dimostreremo mai nulla di concreto. Potrei anche raccontarvi che nel 2008 in Francia hanno investito molto sui controlli di velocità ma senza i risultati che ci si aspettava (a conferma che quando si arriva a livelli già buoni diventa difficile migliorare e comunque hanno confermato forti stanziamenti per il 2010 – 196 milioni sui 212 stanziati per i controlli in generale, in modo da arrivare a 3.270 radar installati a fine 2010); ma la Francia è un altro mondo, quindi il ragionamento potrebbe non essere adatto a noi.

Piuttosto, vi racconto che l'estensione del Tutor nei prossimi mesi sarà completa su tutta la metà meridionale dell'A14, arrivando da Foggia a Taranto. Si applaudirà, visto che lì traffico è ancora accettabile e si corre parecchio. Ma da Foggia a Taranto si può arrivare anche attraverso superstrade a doppia carreggiata, più trafficate e strutturalmente peggiori (almeno in alcuni tratti) rispetto all'A14. Data la scarsa presenza della Stradale, il tam tam tra i "piedi pesanti" locali è già partito e così quando il Tutor sarà completato ne vedremo una migrazione sulle superstrade. Aspi migliorerà ulteriormente le sue statistiche sulla mortalità, ma in Puglia si continueranno a piangere ancora tanti morti sulla rete stradale ordinaria. Magari non ne risentiranno più di tanto le cifre ufficiali complessive, perché sulla viabilità ordinaria le rilevazioni statistiche sono meno affidabili e quindi alcuni morti "spariscono". Quindi il problema sarà nascosto come la polvere sotto il tappeto.

Certo, non succederà così ovunque: in buona parte d'Italia non c'è viabilità alternativa. Quindi, per esempio, il Tutor ora c'è su tutta la Milano-Bologna, ma è fisicamente impossibile fare la via Emilia – in mezzo a case e capannoni – per correre oltre i 130. Ma in parte succederà.

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  • ombrachecammina |

    Coloro che spingono per i 150 dovrebbero darsi una occhiata ai crash test non-ufficiali (perche’ fuori protocollo/non previsti, non perche’ fatti da gente a caso) che circolano in rete notnado la differenza fra un 64 km/h e un 100km/h : conoscete un auto che regge a 150 come a 100 ? … nessuno si lamenta ficnhe’ le cose vanno bene, ma poi quando ci scappa il morto tutti a nascondersi dietro ai “cavilli” (e scusate)
    [risponde Maurizio Caprino] Se è per questo, anche a 130 gli esiti sono disastrosi. Però va detto che:
    – i crash test si fanno frontalmente, cosa rara in autostrada (certo, si può anche vedere di peggio con urti contro piloni di cavalcavia, ma lì è l’ente proprietario che non ha previsto smorzatori davanti al pilone medesimo e quindi sarebbe bene che spendesse soldi per questi, perciò mi preoccupa il fatto che ora si tenda a ridurre la questione-sicurezza all’installazione dei Tutor, per giunta rimborsata con le multe):
    – quasi mai la velocità d’impatto coincide con quella massima: tra scarrocciamento e rallentamenti vari, si arriva spesso a sbattere ben più piano, anche perché se così non fosse il tasso di mortalità extraurbano dovrebbe essere ben peggiore.

  • Fabrizio |

    Proprio per le motivazioni citate da Criss dove c’è il tutor è sbagliato aumentare il limite a 150: il risultato sarebbe quello di vedere tante bombe viaggianti con dentro gente che non sta attenta alla guida. E 20 km orari di meno sono tanti per una bomba viaggiante…

  • no name |

    Basta. Scusate ma queste storie non si reggono.
    Il Tutor è l’unico strumento che impedisce agli incoscienti al volante di piombarti addosso a 200 orari con un suv da due tonnellate. E basta. Qualsiasi guidatore con più di un neurone nel cervello è in grado di viaggiare a 130 orari senza rischiare la patente e facendo ottime medie (perché sono quelle che contano se uno ha bisogno di spostarsi davvero).
    Se poi ci sono idioti che per evitare il tutor si mettono a correre sulle superstrade, raccogliamo firme per farli multare, non inventiamoci che è colpa del tutor.
    Sennò, quando mi scassano la porta di casa per rubare, non è colpa del ladro, ma del fatto che il mio vicino ha messo la porta blindata…
    Idem se ci sono idioti che viaggiano a 130 a un palmo dall’altro: un dolce contatto col pedale del freno – così che gli stop si accendano – e si toglieranno dai piedi.
    Ma ripeto: basta inventare scuse per sparare sul tutor.
    [risponde Maurizio Caprino] No, qui il discorso è un altro: dati i risultati ottenuti dal Tutor, qualcuno sta pensando che basti metterlo sulla propria rete e con ciò sentirsi esentato dal metterla in sicurezza, con l’aggravante che l’investimento per lui sarebbe pure a costo zero. Facesse bene all’interesse generale, nulla quaestio. Ma – visto che col Tutor generalizzato ci si va ad addentrare in aree del Paese dove può succedere (e già succede) quello che descrivo io e non basta raccogliere le firme per far mettere le pattuglie (occorre firmare prima la Finanziaria per aumentare gli stanziamenti per le forze dell’ordine e poi i decreti per far assumere agenti) – io dico che i benefici di questa parte dell’operazione sarebbero inferiori rispetto alla prima che siamo stati tutti qui a celebrare. Ricordiamoci, come mi ha detto due settimane fa un ingegnere ex-Fiat che la sa lunga, che la sicurezza stradale è in continuo divenire, per cui chi vi opera deve sempre stare pronto a fronteggiare i problemi causati da interventi appena fatti per risolvere altri problemi.

  • Criss |

    Un’altro pericolo del tutor è, a mio avviso, che provoca gruppi serrati di auto che procedono tutte sul filo dei 130 a distanza ravvicinata e tendono continumente a sorpassarsi (molto lentamente) una con l’altra, alimentando potenziali situazioni di pericolo, senza considerare il fatto che per dato l’elevato livello di stabilità e confort acustico delle moderne vetture non si ha una reale percezione dei 130 kmh e di conseguenza molti automobilisti tendono ad “allentare” l’attenzione.

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