L'aria non è favorevole nei corridoi del Senato per chi vuole i 150 all'ora in autostrada: domani ci sarà una riunione per capire meglio come proseguirà la discussione del Ddl sicurezza stradale e uno degli scogli da superare è – oltre alla diatriba tra chi vuole accelerare i tempi e chi vuol prendersi qualche settimana in più – proprio quello dei 150. Fin dall'inizio vi avevo scritto che sarebbe stata dura farli approvare (non foss'altro che per il fatto che non possiamo permetterci di scherzare sul piano di riduzione dei morti imposto dalla Ue, anche se nessuno ne parla) e infatti molti membri della commissione Lavori pubblici nei corridoi si dicono contrari. Leggendo i giornali vi sembra di intuire il contrario? Probabilmente è solo perché i favorevoli cercano più visibilità presso i giornalisti.
Tra questi, il senatore Pdl campano Cosimo Izzo (di professione avvocato), che addirittura ha proposto i 160. Il presidente della Fondazione Luigi Guccione gli ha dato pubblicamente del "cocuzzaro", alludendo al mercanteggiamento che si tende a fare pure su cose tecniche come i limiti di velocità. Io non mi spingo a tanto: mi limito a ricordare che 150 corrisponde già a oltre 160 di tachimetro e, soprattutto, non è un numero casuale come Izzo mostra di pensare: buona parte delle autostrade italiane candidate all'innalzamento del limite ha velocità di progetto (cioè quella teoricamente permessa dalle caratteristiche costruttive e tecniche della struttura, come raggi e pendenze delle curve e leggibilità della segnaletica) proprio di 150, mentre il resto è progettato soprattutto per i 140. Va comunque detto che queste velocità di progetto sono state attribuite in tempi remoti, quando asfalti, gomme, freni e sospensioni erano meno efficienti di oggi (ammesso che la manutenzione sia della strada sia del veicolo sia ottimale).