In altri tempi, non lo avrebbero mai fatto. Per i costruttori di veicoli, parlare dei rischi cui i clienti vanno incontro alla guida dei loro prodotti era semplicemente una cosa da non evocare mai, di cui non parlare nemmeno di striscio. E così tutti zitti su incidenti, traffico, difetti dei mezzi e relativi richiami: di queste cose parlavano già abbastanza i giornalisti più scomodi, quando veniva loro lasciata la libertà per farlo. Oggi è tutto cambiato: le rogne sono talmente evidenti per tutti che tacerne apparirebbe ridicolo. Qualcuno della vecchia guardia grida ancora allo scandalo, ma la linea appare ormai tracciata. In quest'ambito, vi segnalo l'ultima campagna dell'Acem (l'associazione europea dei costruttori di di moto). La trovate su www.acem.eu/cartoon (anche in italiano).
Vedrete che punta l'attenzione soprattutto sui pericoli legati alla strada (per esempio, buche e guard-rail inadatti), perché le strade non sono progettate badando ai motociclisti, nonostante siano tra gli utenti più esposti al rischio (non hanno alcuna carrozzeria che li protegga). Succede un po' per arretratezze "culturali" nella progettazione e un po' perché in realtà il traffico su due ruote è una minoranza. Così è, condivisibile o no. Quindi il miglior modo per difendersi resta (e resterà a lungo) la prudenza. Anche se le due ruote, con la loro leggerezza e gli ingombri ridotti, ispirano manovre spericolate.