Da luglio sto studiando il contenzioso che un ingegnere veneto, Antonio Menegon, sta portando avanti con buoni successi contro i rilevatori automatici di passaggio col rosso, che dalle sue parti abbondano. Menegon ha fatto anche una sorta di "strana alleanza" con Raoul Cairoli, che in teoria per lui dovrebbe essere l'Anticristo: è il noleggiatore di apparecchi protagonista di varie inchieste giudiziarie sulle "multe facili". Tra pochi giorni spero di avere il tempo per scriverne nel dettaglio. Intanto vi segnalo che Menegon è riuscito a convincere un giudice di pace a sentenziare che il giallo deve durare almeno nove secondi e che l'obbligo di tarare gli apparecchi c'è sempre e non solo quando lo prescrivono i decreti ministeriali con i quali sono stati omologati o i loro libretti di istruzioni.
Sulla taratura, il giudice sostiene che la richiede persino la Consulta, citando una sentenza specifica emessa dalla Corte nel luglio 2007 (Scarica Sentenza consulta) in cui si parla dell'applicabilità anche ai rilevatori di infrazioni della legge 273/'91 che obbliga a tarare gli strumenti di misura (applicabilità che vari ministeri hanno quasi sempre ritenuto limitata al campo dei misuratori usati in commercio, come le bilance). Se però vi leggete la sentenza della Consulta, vi accorgete che i giudici costituzionali si sono limitati a indicare che l'applicabilità della 273 non è da escludere a priori. Perlomeno, a me non pare si siano spinti oltre. E credo che lo stesso ragionamento lo abbiano fatto al ministero dell'Interno, dove ancora il 14 agosto hanno emanato la famosa direttiva-Maroni sui controlli di velocità, che al punto 3 continua a definire non necessaria a priori la taratura, confermando che essa è obbligatoria solo se prevista da decreti di omologazione e/o manuali d'uso dei singoli apparecchi.