"Bisogna coinvolgere tutti i soggetti pubblici e privati per fare sinergia a favore della sicurezza stradale". Quante volte avete già sentito frasi come questa? Evidentemente non abbastanza, se è vero che ora ne parla anche l'Anci. Sì, l'associazione dei Comuni. Quelli che spesso si rendono famosi per voler fare cassa con le infrazioni stradali anziché prevenirle. E quelli che, forse più spesso, non vogliono far cassa ma organizzano i controlli solo se hanno la certezza che gli introiti delle multe ne copriranno i costi (quindi non vogliono investire su questo aspetto della sicurezza che ancora resta importante). Forse c'è qualcosa che non quadra, quindi.
E allora cerchiamo di capire. Di solito, chi parla di sinergie non lo fa completamente in buona fede. Tra gli addetti ai lavori, l'impressione è che dietro l'appello alle sinergie ci sia la volontà di candidarsi a coordinatori di tutti i soggetti che si occupano di sicurezza stradale e quindi essere egemoni nel settore (e sui flussi di denaro che vi si muovono attorno). Questo non è illecito e anzi è necessario, ma ciascun candidato si faccia un esame di coscienza.
Nel caso dei Comuni, però, si può leggere anche un'altra possibile manovra: ponendosi in testa al gruppo, si svia il discorso dalla modifica al Codice della strada in discussione al Senato, secondo cui i proventi delle multe irrogate dai vigili andranno agli enti proprietari delle strade e non più all'ente di appartenenza del vigile. Una modifica vista come la peste dai Comuni, specie da quelli che non hanno strade importanti da gestire. Oppure potrebbe essere una mossa per recuperare come capofila della sicurezza un po' dei soldi che si perderebbero con le nuove regole di destinazione dei proventi delle multe. Vedremo come finirà.