I furbetti delle buche

Come mi segnala l'amico Francesco Matera, l'altro ieri il sindaco di Bitonto (grosso centro alle porte di Bari) ha portato alla Procura della Repubblica le carte sulle richieste di risarcimento che arrivano in Comune da parte di cittadini per danni causati da buche in strada. Da quel che si capisce, il ragiuonamento del sindaco è questo: "Se le richieste sono aumentate, il traffico non è aumentato più di tanto e le condizioni delle strade sono sempre quelle, vuol dire che qualcuno ci sta speculando". Colpa di cittadini furbi, avvocati troppo intraprendenti o di vere organizzazioni criminali (Bitonto non è nota per essere una cittadina troppo tranquilla)? O, ancora, c'è di tutto un po'?

Saranno i magistrati a rispondere. Ma una cosa mi sento di dire: in Italia la scusa delle buche è purtroppo molto plausibile (basta vedere come sono ridotte pressoché tutte le strade che non siano autostrade), ma è molto probabile che effettivamente le speculazioni ci siano. Perché da queste parti è così da anni, tanto che non si usano come pretesto solo le buche. Tra le tante storie, ricordo la raffica di richieste di danni arrivata alla società che gestisce gli aeroporti: sapendo che qui c'è spesso vento, c'è stata gente che ha asserito di essersi vista urtare la propria intonsa vettura da un carrello portabagagli lasciato senza essere legato agli altri e quindi in balìa proprio del vento.