Legambiente premia la Delta e dimentica la Passat. Solo un errore?

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Guardate bene la pubblicità della nuova Lancia Delta Turbo a Gpl. Troverete una specie di medaglia con il cigno di Legambiente e la scritta secondo cui questa "è la prima vettura con l'etichetta per il clima di Legambiente". La "medaglia" vi spiega anche il perché: questa versione della Delta emette "solo" 134 grammi di CO2 al chilometro e perciò merita la "dichiarazione di eco-responsabilità" rilasciata dall'organizzazione ambientalista. Tutto questo potrebbe portarvi a concludere che per la prima volta un costruttore fa il miracolo di mettere sul mercato una vettura turbo a gas, che per questo unisce due caratteristiche finora inconciliabili: la piacevolezza di guida del turbo ai risparmi e ai tagli di emissioni nocive consentiti dal gas. Errore: dall'inizio di quest'anno c'è già riuscita la Volkswagen, con la Passat 1.4 turbo a metano. E, almeno sulla carta, c'è riuscita pure meglio: ha un motore di pari cilindrata della Delta, ma riesce a cavarne più cavalli (150 invece di 120) con ancor meno emissioni (124 g/km invece di 134, nonostante sia più grossa e pesante: è una station da 4,75 metri e una tonnellata e mezza anziché una due volumi da 4,5 metri e 1,4 tonnellate).

Per carità di patria, cito solo vetture di categoria paragonabile. Se volessi fare il perfido, chiederei a Legambiente perché non ha messo il cigno sulle nuove ibride Toyota Prius e Honda Insight, di cui più o meno tutti parlano bene. Inoltre, mi spiace che il nostro costruttore nazionale mi dia ancora materia per criticare la sua pubblicità in materia ambientale (vi ricordate che l'inverno scorso vi scrissi della vicenda delle Bravo "finte" euro 5, su cui è intervenuta l'Antitrust nel silenzio generale?).

Faccio persino l'avvocato di Legambiente e preciso che poi nel sito Lancia loro spiegano che la "medaglia" data alla Delta fa parte di un progetto per promuovere le auto che inquinano meno. Ma a questo punto chiedo a Legambiente che il progetto si allarghi a tutte le case costruttrici e che vengano chiaramente definiti e resi noti i criteri per aderirvi. Altrimenti sarà difficile allontanare il sospetto che si tratti di una semplice iniziativa di marketing che fa girare qualche soldo.

P.S.: nella spiegazione del programma "eco-responsabilità" di Legambiente troverete che esso si basa sulla dichiarazione dei livelli di CO2 emessi. O è un errore clamoroso (Legambiente non può permettersi di ignorare che da anni in tutta Europa la dichiarazione delle emissioni di CO2 – sia pure misurate in un ciclo standard di prova irrealistico – è obbligatoria per legge e infatti la trovate – sia pure in caratteri microscopici – su tutte le pubblicità e nei saloni dei concessionari) o è una patacca pubblicitaria. Non so quale delle due ipotesi sia peggio. Certo è che la stessa Legambiente ha risposto (Scarica Gentile signor Feroldi) in modo disarmante al lettore Gianluigi Feroldi, che – indignato per la questione – aveva scritto direttamente all'associazione. In pratica, Legambiente parla della necessità di rendere pubbliche le emissioni di CO2 per ogni prodotto o attività umana e fa un bel po' di esempi, saltando l'auto sulla cui CO2 per legge si deve sapere – e si sa – tutto. Ignoranza o risposta furbesca che devia l'attenzione dal problema? Fate voi,

  • no name |

    Mi si permetta di contraddire circa il vantaggio di ecologicità del metano rispetto al gpl. Al di fuori delle emissioni, pur importanti, proprio in termini di impatto ambientale è radicalmente differente prendere un gas, depurarlo e pomparlo fino all’utente (metano) piuttosto che immetterlo in raffineria e trasformarlo in gpl. Non c’è bisogno di essere un chimico industriale per valutare il differenziale.
    Circa poi le motorizzazioni a metano, i problemi della primissima serie di Fiat Multipla sono stati abbondantemente superati: oggi al contrario il metano garantisce uniformità di funzionamento (ovvero qualità del gas) più che accettabili e i proprietari di vetture a metano portano i motori a 100mila km senza problemi. È vero che gli ingombri delle bombole possono essere superiori, ma ricordiamo anche la minore pericolosità del metano per autotrazione rispetto al gpl, il cui accumulo in ambienti sotterranei mal ventilati può avere effetti devastanti.
    In più, in questo momento di incentivi pro Gpl, si deve tenere presente come stia emergendo un problema di qualità del gpl se utilizzato su propulsori particolarmente “tirati” (ne sanno qualcosa i proprietari delle nuove Ypsilon).

  • CorteSconta |

    D’altra parte LegAmbiente si è già da molti anni specializzata in marchette sul fronte della “certificazione” delle spiagge in periodo preestivo riconoscendo spesso la “bandiera blu” a tratti di mare dove io nemmeno mi affaccerei a dare un’occhiata.

  • MarcoB |

    Impossibile non essere d’accordo 🙂
    Pero’ qualche noticina:
    – passat meriterebbe ancora di piu’ il riconoscimento per essere a metano, e non a GPL. Emissioni ancora meno nocive, fonte praticamente rinnovabile e meno inquinamento indotto dal trasporto del GPL su gomma (e rotaia) e dalla raffinazione del petrolio per ottenere il GPL.
    – passat e’ monovalente, con i 12l di benzina si fanno si’ e no 150Km, un ulteriore incentivo ad usarla a metano, con tanto di guadagnato per l’ambiente.
    – oltre a passat, ci sono touran e zafira, entrambe a monovalenti a metano, entrambe turbo, entrambe con 150CV, entrambe prive di bollino Legambiente.

  • no name |

    E c’è un fatto ancora più scandaloso, senza toccare il tema delle vetture ibride: la Lancia usa gpl e non metano. Peccato che solo il metano per caratteristiche tecniche e di filiera si possa davvero considerare un carburante a basso impatto ambientale: il gpl è in ultima analisi dello scarto di raffinazione del solito greggio che dà benzina e gasolio, messo tra i carburanti ecologici solo per il fatto che ha emissioni migliori rispetto a un motore a benzina.
    Ma fine lì. Tanto che nel resto d’Europa nessuno si sogna di incentivare l’uso del gpl, fatto che in Italia si spiega solo come un fantastico regalo alla lobby dei petrolieri. Mentre Volkswagen, non a caso, il motore l’ha sviluppato col metano. E sono di metano (Erdgas) tutti i nuovi punti di distribuzione gas in Germania. NON di gpl!
    Quindi i signori di Legambiente hanno fatto tout court una bella marchetta a favore di lancia. Speriamo almeno che si siano fatti pagare bene!
    [risponde Maurizio Caprino] In ogni caso, la differenza di “ecologicità” tra Gpl e metano non è enorme come sembra: attualmente il 60% della materia prima da cui si ricava il Gpl non è il petrolio ma il gas naturale. Una differenza resta, ma credo sia in parte compensata dalla maggior resa e praticità del Gpl (credo sia per questo che il gruppo Fiat – iniziale assertore del metano con le prime disastrose Multipla Bipower – negli ultimi anni ha corretto il tiro e non dimentichiamo che col metano il serbatoio riduce molto il bagagliaio) e dal fatto che consente di diversificare gli approvvigionamenti (in materia energetica bisogna guardare anche a questo, anche se onestamente i volumi in ballo per l’autotrazione sono limitati in rapporto al fabbisogno totale nazionale).

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