I due bicchieri del ministro Zaia fanno male? Secondo me sì

Avrete sentito anche voi del vespaio scatenato in questi giorni dalle dichiarazioni pro-alcol del ministro dell'Agricoltura, Luca Zaia ("se bevo due bicchieri di vino non sono ubriaco, quindi posso guidare"). A bocciare Zaia, a parte la scontata raffica di improperi da parte delle associazioni delle vittime della strada, è arrivata anche l'autorevole voce dell'Istituto superiore della sanità (organo governativo che smentisce un ministro, niente male), ma poi un nutrizionista di fama come Giorgio Calabrese ha puntualizzato che in effetti due bicchieri bevuti durante un pasto e accompagnati da tanta acqua non fanno nulla. E allora che si fa? Chi ha ragione? Provo a chiarire un concetto che nel caos mediatico di questi giorni è emerso solo di striscio: non è necessario essere ubriachi per fare guai, basta anche un po' di alcol.

La vera differenza è che l'ubriaco ha anche una condotta di guida spericolata, chi ha bevuto poco ha solo i riflessi rallentati. Ovviamente, nel primo caso le possibilità di causare incidenti sono molto più alte, mentre nel secondo si rischia solo se c'è una situazione di pericolo causata dall'ambiente circostante. Alla luce di questo acquistano senso le parole di Zaia, che tira in ballo i medicinali, alcuni dei quali effettivamente rallentano i riflessi anche loro. Ma il ministro trascura di dire che dopo un pasto è già la digestione a renderci poco pronti, tanto che è proprio in questi momenti che viene sonnolenza. Se si è già stanchi di proprio, il rischio aumenta ancora di più. Aggiungerci sopra anche un bicchiere di vino comincia a diventare troppo. Ecco perché io personalmente evito di bere alcol prima di guidare. Se poi qualcuno ha uno stile di vita tanto rilassato da potersi permettere di essere fresco come una rosa anche dopo una cena, si accomodi pure (anche se poi molti pensano di essere riposati e di reggere bene l'alcol e poi i risultati si vedono sulle cronache…).

Certo, io non apprezzo gli alcolici, mentre Zaia deve valorizzarli per professione (è lui l'interlocutore istituzionale della corposa filiera che abbiamo in Italia nel settore e che ovviamente muove interessi economici enormi). Ma ritengo che non bere sia comunque il male minore. A parte il fatto che, tra i vari fattori di rischio alla guida, l'alcol è l'unico a poter essere scoperto (e quindi sanzionato) con relativa facilità: v'immaginate una pattuglia che si mette a fare prove di riflessi sui guidatori?

Infine, ricordo a tutti che l'alcol ha una faccia molto meno gradevole di quella che viene sempre pubblicizzata (anche dai mezzi d'informazione): a lungo andare crea danni alla salute anche di chi non sviluppa una dipendenza, quindi è bene bere davvero poco anche se non si guida. Recuperate una scabrosa puntata di Report di pochi anni fa per rendervene conto.

P.S.: un po' di altre cose sensate sul tema le scrive Paoblog ( http://paoblog.wordpress.com/2009/09/02/alcol-guida-etilometro/) e vi consiglio di leggerle perché vi danno l'idea di come la questione sia complessa aldilà degli slogan di un ministro o delle sintesi che un uomo di scienza è costretto a fare quando ha un microfono davanti alla bocca.

  • ombrachecammina |

    Parlando di numeri … mentre i dati sul numero di multe effettuate ci sono o si pososno ricavare, no nvedo mai statistiche “riassuntive” che mostrano quanti utenti sono stati corretti rispetto alla minoranza colpevole. coem in parecchie cose si gioca coi numeri, magari snaturandone (anche incosciamente) il significato perche’ non si conosce come sono stati racolti i dati cioe’ i pramentri usati. Le statistiche si comparano, i dati si incrociano, ma ben pochi vengono ascoltati quando gridano le specifiche di raccolta dati. Il problema della statistica, fondamentale, e’ un campione utile, rappresentativo e “puro”. Cio’ spesso non e’ possible senza attuare vincoli o limitazioni o “cancelli” in cui le sfumatura si perdono e con esse il senso stesso dal dato. Prendendo in esame i dati sugli incidenti stradali, per esempio, da dove vengono ricavati ? Prendendo in mano le statistiche Istat 2007 (molto in voga in questo periodo) ci si accorge della molte di parametri in gioco per creare quelle belle grafiche … Se “ebbrezza” e’ sotto la soglia di legge la precentuale di incidenti imputata all’abuso alcoolico cosa comprende ? solo gli ubricahi ? o in quella precentuale dedicata “all’imprudenza” c’e’ come causa occulta (perche’ non legalemente imputabile” anche quel secondo bicchiere di vino ?
    [risponde Maurizio Caprino] E infatti in Italia non si può andare che a tentoni: siamo uno dei paesi europei che non elabora statistiche omogenee con quelle dell’Etsc né sulle velocità rilevate (perché non si fanno le rilevazioni) né sugli incidenti correlati ad alcol (correlazione che esiste a prescindere dall’accertamento di un’infrazione al limite ed è per questo che Zaia ha buon gioco nel dichiarare al direttore di Quattroruote che “solo il 2,09 per cento è causato da guidatori in stato di ebbrezza”) né sull’incidentalità su singoli tratti (pare ci sia una lotta perché l’Anas è molto avara di dati).

  • Paolo |

    Buongiorno.
    Forse lo ho già scritto in un commento precedente, e in questo caso lo ripeto: non sono astemio e il vino (rosso) mi piace molto; nonostante ciò sono d’accordo con il Dott. Caprino. Con due bicchieri di vino non ci si ubriaca di certo, ma il rallentamento dei riflessi è evidente. Non basta di per sé a causare un incidente (altrimenti saremmo già tutti morti), però in concorso con fattori esterni può fare la differenza. E’ meglio non assumere alcolici se nelle cinque o sei ore successive si dovrà guidare.
    Detto questo, ritengo sbagliato cercare di contrastare il fenomeno della guida sotto l’effetto di alcol con una combinazione di sanzioni pesantissime e scarsissimi controlli. In questo modo un pugno di sfortunati vengono trattati come criminali, mentre tutti gli altri, e sono milioni, continuano a guidare indisturbati pur avendo bevuto. Io ho la patente da 27 anni e non ho mai visto un etilometro; persone che si mettono al volante dopo aver bevuto ne ho viste e ne vedo tantissime.
    Infine, mi chiedo: perché alcuni comportamenti, come il superamento dei limiti di velocità e del tasso alcolemico di 0,5 g/l sono considerati crimini e altri altrettanto pericolosi e facili da rilevare, come circolare con le gomme lisce, no? Mistero.
    Un saluto.

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