L'editoriale che vedete sul Sole-24 Ore di oggi l'ho scritto venerdì pomeriggio, perché l'edizione del lunedì è in realtà un settimanale che chiude in tipografia la notte del venerdì. Dunque, doveva ancora accadere l'incidente di costato la vita a tre ragazzi sulla "superstrada" Transpolesana (Verona-Rovigo) sabato notte e non mi riferivo a loro nella riga in cui ho scritto di centinaia di persone uccise dalle carenze delle strade nel silenzio delle statistiche. Chi segue questo blog sa già che da sempre metto in evidenza tutti i casi del genere. Quello di Verona vi rientra a pieno titolo e va denunciato con forza, non con la prudenza dei tg e dei gr di ieri e dei giornali di oggi: quei poveri ragazzi sono andati a sbattere (probabilmente per un colpo di sonno che capiterebbe anche a un autista sotto stress, altro che ebbrezza del sabato sera!) contro un manufatto di forma simile a un pilastro, quindi la peggiore in caso d'urto (l'energia viene scaricata su una superficie ridotta, che quindi viene sollecitata enormemente, tanto più che in questo caso stiamo parlando di una Punto progettata oltre 10 anni fa). Il manufatto si trova vicino a un canale ed entrambi, secondo le norme tecniche, andrebbero protetti da guard-rail.
Uso il condizionale perché per i gestori (tecnicamente si chiamano "enti proprietari") non c'è alcun obbligo di messa a norma della strade. O, meglio, c'è solo un generico richiamo al "controllo tecnico dell'efficienza delle strade e delle relative pertinenze" (articolo 14, comma 1, lettera b del Codice della strada). Come scrivo nell'editoriale di oggi, obblighi più precisi ci saranno se il nuovo Ddl sulla sicurezza stradale passerà indenne al Senato nella parte in cui prevede la messa in sicurezza, secondo canoni che verranno poi stabiliti dal ministero delle Infrastrutture. E questo è già un gran risultato: bisognerà poi vedere come verranno fissati questi canoni, ma è indubbio che per la prima volta si fisserebbero adempimenti anche a carico dei gestori, abbandonando la solita filosofia legislativa secondo cui chi sbaglia è sempre il guidatore. Il risultato è tanto migliore se si pensa che parallelamente sono stati previsti paletti più rigidi alla destinazione dei proventi delle multe, prevedendo che una parte vada proprio alla messa in sicurezza. Apparentemente ci si è anche preoccupati di garantire, per quanto possibile, che i soldi vengano davvero usati per questi scopi, attraverso un obbligo di comunicazione telematica della destinazione dei fondi con taglio del 3% dei trasferimenti di soldi dallo Stato per chi non la effettua. Ma poi non è stata prevista alcuna sanzione per chi non adempie alla messa in sicurezza. Speriamo bene…
P.S.: tutto questo non toglie che, finché avremo strade assassine, starà a noi prendere le contromisure per salvarci. Nel caso specifico di Verona, sembra emergere il problema del colpo di sonno, che è particolarmente grave non solo tra i ragazzi che fanno notte in discoteca ma per tutti (vacanzieri inebetiti da una giornata al mare o lavoratori stanchi dopo ore di fatica intellettuale o fisica). E' grave perché, come ha dimostrato la ricerca Icaro di Polstrada e Università La Sapienza, la gente non sa che alla prima sensazione di stanchezza occorre fermarsi e riposare anche per poco: nella credenza popolare, invece, ci si preoccupa solo quando le palpebre iniziano a chiudersi, ma in quel momento è già tardi e chi non ha avuto incidenti pur guidando in queste condizioni deve considerarsi un miracolato.
Guardate il video che tempestivamente e opportunamente Paoblog ci propone in questo suo post: