Dopo la tragedia ferroviaria di Viareggio, vi sarete chiesti se anche un'auto a gas può esplodere come il vagone pieno di Gpl deragliato quella maledetta notte di due settimane fa. Io vi posso rispondere che ho visto di persona esperimenti su bombole uguali alla quasi totalità di quelle in circolazione (cioè conformi alla direttiva Ece-Onu 67/01) e sono davvero tranquillizzanti. Ma questo vuol solo dire che le normative di sicurezza sulle caratteristiche costruttive sono adeguate. Quando poi l'attenzione si sposta sull'operato degli uomini (cioè su come vengono effettuate le revisioni delle bombole), nessuno più essere certo di nulla. Tanto più alla luce di un breve ma importante articolo di Cosimo Murianni che trovate (con qualche fatica, data la poca evidenza che gli hanno dato) su Quattroruote di luglio, scritto prima dell'esplosione di Viareggio: vi si denuncia che nell'ambiente del metano (gas più critico per le bombole rispetto al Gpl) si teme una svolta verso una privatizzazione delle revisioni, col conseguente ingresso del criterio del profitto in un settore finora monopolio dell'Eni, che non ha mai lesinato sulle sostituzioni di bombole in dubbie condizioni.
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