Guardrail, la sconfitta dei motociclisti. Vittoria delle lobby?

Un nostro smaliziato lettore lo aveva previsto: il 19 maggio, quando avevo scritto che a giugno l'Italia avrebbe potuto ottenere dal Cen (organismo tecnico europeo) la deroga necessaria per sperimentare guard-rail con protezioni inferiori per non ghigliottinare i motociclisti che cadono e vi sbattono contro, aveva inserito un commento molto scettico. Del tipo: "In ballo ci sono troppi interessi, non lo faranno mai". E infatti la proposta italiana è stata bocciata. Alla faccia del movimento di opinione che si è formato nel nostro Paese, sfociando nella manifestazione del 26 aprile a Roma (poco riuscita, ma solo a causa del maltempo). E alla faccia del fatto che l'Acem (associazione europea dei costruttori di moto, che tra l'altro ha in corso questa interessante campagna www.acem.eu/cartoon/indexit.html) sottolinei quell'8% di incidenti dovuto a carenze delle strade (e i guard-rail pericolosi aggravano le conseguenze del restante 92%).

Inizialmente alla deroga per l'Italia si sono opposti i tedeschi (che poi hanno un sistema opposto al nostro: lo Stato disegna le barriere e ai costruttori non resta che fabbricarle, mentre da noi sono tutte iniziative private). Poi si è alzato anche il rappresentante spagnolo (curiosamente, la Spagna la sua sperimentazione l'ha avviata…), dicendo che concedere una deroga anche all'Italia avrebbe motivato le richieste anche di altri Stati e sarebbe stato il caos. A quel punto, si è formata una maggioranza contro la richiesta italiana. In sostanza, ha prevalso la tesi dei grandi costruttori, che cercano prima di definire "sulla carta" le nuove caratteristiche dei guard-rail "salva-motociclisti" e poi di fabbricarli, anziché sostenere i costi di una diffusa sperimentazione sul campo.

Alla direzione generale Sicurezza stradale del ministero delle Infrastrutture, però, sembra non si diano per vinti: stanno studiando altre soluzioni. Di ripiego, ma pur sempre soluzioni. Vedremo.