Contrariamente alle novità di cui vi ho parlato nel post precedente, l'inasprimento delle multe su alcune infrazioni (fondamentalmente alcol, droga, velocità, distanza di sicurezza, precedenza, cambio di corsia, violazione della segnaletica, semafori e comportamento in autostrada e, per i mezzi pesanti, tempi di guida e cronotachigrafo) se commesse dalle 22 alle 7 è già legge: non chiedetemi perché, ma è stato inserito nel Ddl sicurezza (quello delle ronde, per capirci) già approvato definitivamente, anziché nel Ddl sicurezza stradale. La notizia è stata riportata anche con una certa enfasi. Dimenticando però che un inasprimento notturno c'è già da agosto 2007 (decreto Bianchi), sia pure formulato in modo diverso. E, soprattutto, si è dimenticato che tale inasprimento non è mai stato applicato (a parte disinvolte interpretazioni di qualche Ente locale), perché il supplemento di multa andrebbe versato in un Fondo contro l'incidentalità notturna, che non è mai stato attivato. Ora ci si riprova, ma non so se sarà la volta buona: c'è un problema di costituzionalità.
Infatti, qualcuno potrà eccepire che è stato violato il principio di uguaglianza sancito dall'articolo 3 della Costituzione: in questo caso, significa che la stessa infrazione va punita allo stesso modo. Per tamponare questo problema, nella riformulazione fatta col Ddl sicurezza si è fatto in modo da chiarire che il contesto notturno è un'aggravante e ciò ovviamente giustifica una sanzione maggiore. Ma ciò è possibile solo per alcol e droga, che sono reati: il concetto di aggravante c'è solo nel diritto penale. Per le altre infrazioni, che sono amministrative, sarà dura.
Sapremo come andrà a finire solo tra un paio di anni. Tanto ci vuole – secondo la comune esperienza - prima che la Consulta si pronunci. Infatti, occorre innanzitutto che le nuove sanzioni siano applicate, cosa che non so se possa accadere prima che attivino il Fondo contro l'incidentalità notturna. Subito dopo sarà necessario che un trasgressore multato non solo faccia ricorso, ma anche sollevi esplicitamente la questione di costituzionalità. Poi sarà necessario che il giudice di pace concordi con lui e sollevi la questione, trasmettendo il fascicolo alla Consulta e motivando adeguatamente la sua decisione (altrimenti i giudici costituzionali respingono la questione per motivi formali, dichiarandola inammissibile). Infine, si dovranno aspettare i tempi della Corte costituzionale.