Dietro il miracolo degli aumenti a tre cifre dei controlli antialcol non c'è solo l'impiego di molte più pattuglie con etilometro. A Bologna, per esempio, la Polizia stradale si era organizzata in modo tale da farsi aiutare dalla Croce rossa: i poliziotti fermavano i veicoli, i crocerossini sottoponevano i conducenti al test preliminare col precursore e rimandavano i positivi dagli agenti per fare la prova dell'etilometro, l'unica che fa fede ai fini delle sanzioni. Una buona idea: come ci scriviamo da due anni, i controlli antialcol richiedono tanta "manodopera" e quindi più uomini ci sono più veicoli si possono fermare. Ma un bel giorno…
Un bel giorno il Siulp (uno dei principali sindacati di polizia), nell'ambito di un braccio di ferro su più fronti coi vertici della Stradale di Bologna, ha eccepito che fare controlli così è pericoloso: gli uomini della Croce rossa non sarebbero sufficientemente addestrati per operare su strada. Non si capisce perché, visto che poi spesso sono proprio loro a soccorrere i feriti in incidenti. Poi si è preteso pure il giubbino antiproiettili, che invece ai poliziotti non è richiesto. Come se sul posto non fossero comunque presenti agenti armati, che ragionevolmente dovrebbero bastare per dissuadere la maggior parte dei malintenzionati.
Il braccio di ferro è andato avanti per mesi, finché i dirigenti non hanno avuto il dubbio che l'impiego di personale della Croce rossa debba essere disposto direttamente dal ministero dell'Interno. Un dubbio sorto soprattutto dopo che, il 17 gennaio scorso, in un posto di blocco è stato rubato un furgone destinato alla confisca (il conducente era stato trovato con un tasso alcolemico di oltre 1,5 g/l e si stava attendendo l'arrivo del carro attrezzi). Certo, una cosa che non dovrebbe accadere, ma probabilmente in una battaglia collettiva contro l'alcol alla guida e gli incidenti che causa è un male minore. Inoltre, c'è il sospetto che lo stesso conducente (un pregiudicato) non fosse proprio estraneo all'accaduto, ma ovviamente queste cose occorre dimostrarle. Sta di fatto che, dopo questo episodio, il Siulp ha affermato che questi posti di blocco funzionano sin troppo, perché vengono fermati tanti veicoli da rendere la situazione incontrollabile per i poliziotti. Ciò equivale a dire che i controlli devono sempre essere un colabrodo: col traffico intenso che c'è in Italia, si accumuleranno sempre troppi veicoli, non siamo in Finlandia.
Si è così avviato un confronto tra dirigenza e Siulp. Ma il 7 aprile, con l'esodo di Pasqua che incombeva, i vertici della stradale di Bologna hanno sospeso tutto: hanno comunicato che la riunione che avrebbe dovuto tenersi proprio in questi giorni non abrebbe potuto esserci, in quanto sia il dirigente provinciale sia quello regionale sarebbero stati trasferiti (un normale avvicendamento) il 15 aprile. Nelle more, la partecipazione della Croce rossa ai controlli è stata interrotta. Così pure quella delle pattuglie autostradali che finora erano state talvolta "dirottate" sulla viabilità ordinaria (lasciando però sempre un presidio in autostrada, sia pure ridotto) sempre per dare man forte ai colleghi con l'etilometro.
Risultato: meno controlli e, in ciascuno di essi, meno conducenti sottoposti a test. Non ditelo a chi giusto ieri ha festeggiato la Giornata nazionale contro l'alcol.