Ognuno tira l'acqua al proprio mulino, a qualcuno spetta poi ricondurre tutto a una dimensione più obiettiva. Dovrebbe funzionare in molti campi ed essere, tra l'altro, la ragione fondante del giornalismo. E allora proviamoci, una volta tanto. Ieri è arrivato il comunicato che potete leggere qui: Scarica Riconoscimento vocale lo studio di studio di Maix Research . I magnificati di turno sono i comandi vocali, che da quasi un decennio si stanno diffondendo sui sistemi multimediali delle auto e anche sui navigatori portatili. Gran cosa per la sicurezza stradale, in teoria. Nella pratica, anche dopo un decennio, mi capitano sistemi con gli stessi difetti dell'inizio, che costringono a ripetere le istruzioni o – nei casi in cui esse proprio non vengono accettate – a staccare le mani per azionare i comandi tradizionali. Riducendo sensibilmente i benefici in termini di sicurezza.
Riconosco di non essermi più imbattuto in difetti bizzarri come quello di una delle prima Lancia Thesis (primavera 2002, anche se la vettura era stata già presentata nel tardo autunno 2001 e quindi si sperava fosse un po' più collaudata): dicevi "tre" intendendo la prima cifra di un numero di cellulare e la radio passava sul terzo canale. Chissà perché non se ne scrisse mai…
Né pretendo che il sistema funzioni perfettamente quando il rumore della grandine sul parabrezza finisce, per forza di cose, tutto nel microfono.
Restano comunque difetti strutturali. Ecco i due più rilevanti. Il primo è che spesso i nomi memorizzabili nelle rubrica telefonica si limitano a poche decine, il che per gente come noi giornalisti che deve gestire centinaia di contatti e un bello svantaggio. E poi a volte capita che si chiami un nome e l'apparecchio non lo trovi nella sua memoria oppure ne capisca un altro, anche piuttosto diverso (a me capita tra due cognomi che di uguale hanno esclusivamente un accento su una A in mezzo e, quando succede, non c'è verso di farglielo correggere).
Certo, nonostante tutto questo, anch'io tendo a non fare a meno dei comandi vocali quando compro un'auto. Ma i lettori vanno informati anche dei possibili difetti. Altrimenti li scoprono da sé e mandano a quel paese sia i produttori dei sistemi difettosi sia i giornalisti "silenziosi".