Come promesso, ecco tutta la verità sull'affaire Fiat Bravo Euro 5. Sta tutta negli atti ufficiali del procedimento al termine del quale l'Antitrust ha condannato la Fiat per aver pubblicizzato come Euro 5 la Bravo 1.6 Multijet che, pur essendo nuovissima è ancora Euro 4 (guardate il post del 25 gennaio in questa stessa sezione). E' una verità peggiore di quello che mi aspettavo dopo aver letto i giornali che avevano cercato di spiegarla: contrariamente a quello che forse ha fatto con i giornalisti che hanno chiesto spiegazioni, con l'Antitrust la Fiat non ha potuto nascondere il nodo sostanziale della questione, cioè il fatto che quelle Bravo diventa Euro 5 solo cambiando la centralina di gestione del motore. Che non costa due centesimi e, da quel che leggo negli atti, non sarà offerta gratis a chi ha già acquistato quest'auto.
Da quello che avevo capito dagli spot, quello della Bravo 1.6 Multijet era un caso uguale a quello della prima serie della Toyota Yaris, lanciata sul mercato giusto dieci anni fa: la macchina rispettava già i limiti d'inquinamento Euro 3, ma anche all'epoca non era ancora materialmente possibile omologare in questa classe e quindi sulle carte di circolazione delle prime Yaris era riportata la conformità all'Euro 2. Appena fu possibile, la Toyota aggiornò l'omologazione e così nel sistema informatico della Motorizzazione, digitando il codice di omologazione relativo a quei modelli, sugli schermi dei computer comparve a un certo punto la conformità all'Euro 3. Per questo, bastava recarsi in un ufficio della Motorizzazione per far correggere la carta di circolazione: all'epoca (aprile 2000) feci la prova a Milano e in mezz'ora risolsi il problema. Completamente gratis.
Il caso della Bravo è ben diverso: secondo quanto la Fiat ha dichiarato all'Antitrust, occorre cambiare la centralina, cosa che complica il tutto anche dal punto di vista burocratico. Infatti, le modifiche a parti importanti del veicolo sono regolate dall'articolo 78 del Codice della strada, che impone di munirsi del nulla osta del costruttore e di portare alla Motorizzazione non solo quest'ultimo e la carta di circolaziona, ma anche l'auto, per farla sottoporre a visita e prova. Quest'ultima di solito va prenotata e quindi non ce la si cava certo in mezz'ora: probabilmente occorrerà andare alla Motorizzazione due volte. Il tutto per poche decine di euro di costo burocratico. Un po' come 10-15 anni fa fecero la stessa Fiat e il gruppo Volkswagen per dare la classificazione Euro 1 a un bel po' di modelli a gasolio di fine anni 80-inizio anni 90, in modo da renderli esenti dal superbollo diesel.