Allegria! Su questo blog abbiamo passato due anni a sottolineare che per gli enti gestori delle strade non è prevista alcuna sanzione nel caso in cui non adempiano ai loro obblighi. Al massimo, quando ci scappa il morto, il giudice riconosce una responsabilità e ordina un risarcimento. Ma deve proprio morire qualcuno: in tutti gli altri casi, impunità assoluta, sancita per legge. Uno sconcio che ora non sta bene più a nessuno: l'altro giorno, al "maxi-tavolo" convocato dal ministero delle Infrastrutture per discutere che cosa infilare nelle riforma del Codice da avviare a fine mese, si è discusso della parte relativa alle strade e tutti i partecipanti hanno concordato sull'esigenza di introdurre sanzioni specifiche. Succederà davvero? E, soprattutto, chi applicherà queste sanzioni?
Il fatto è che in Italia manca la cultura del controllo. Non solo: decenni di assenza di sanzioni hanno sviluppato una certa consuetudine reciproca tra controllori (che per giunta sono anche pochi e quindi diciano che non possono arrivare dappertutto) e controllati. Non vorrei che ciò portasse i primi a giustificare le inadempienze dei secondi col solito fatto che mancano i soldi per costruire e – soprattutto – manutenere le strade come si dovrebbe: troppe volte si fanno veri e propri errori e le questioni finanziarie non c'entrano nulla.