Le denuncia è di quelle forti. Non tanto perché dica cose nuove: lo sappiamo tutti che la manutenzione delle strade fa pena. Il fatto importante è che l’altro ieri una federazione di Confindustria in un’audizione ufficiale davanti alla commissione Trasporti della Camera, ha lamentato il fatto che i soldi si spendono prevalentemente per nuove strade, trascurando quasi del tutto quelle che ci sono già. Dunque, almeno una parte dell’imprenditoria si preoccupa non dei grandi appalti per modernizzare il Paese, ma di quelli piccoli che – se fossero adeguati – renderebbero da Paese civile le nostre strade.
La federazione in questione è la Finco, che raggruppa 31 associazioni di categoria delle industrie di prodotti, impianti e servizi per le costruzioni. Nove di queste associazioni hanno a che fare con la sicurezza stradale, perché sono tra imprese che producono o mettono in opera segnali, guard-rail, asfalti eccetera). I dati che la Finco ha portato alla Camera sono eloquenti: tra il 2007 e il primo semestre 2008, il numero di gare per la messa a norma e la manutenzione programmata delle strade è crollato di oltre il 60%. E, secondo uno studio dell’Università Federico II di Napoli, la cattiva gestione delle strade incide per oltre il 40% sul verificarsi degli incidenti (sono dati rielaborati rispetto a quelli ufficiali, che danno quasi sempre la colpa all’uomo perché le forze dell’ordine non possono approfondire quasi mai le vere cause).
Tutto questo succede perché non ci sono soldi e perchè il sistema normativo non prevede sanzioni specifiche per i gestori di strade inadempienti in materia di sicurezza (gli unici rischi che si corrono sono quelli che qualche giudice ritenga il gestore responsabile o corresponsabile di un sinistro e quindi lo condanni a risarcire i danni, comminando a un suo rappresentante qualche mese di reclusione, pena quasi sempre sospesa). Quindi continuano ad essere sanzionati solo gli utenti delle strade, tanto che – nota la Finco – tanto per cambiare tre dei quattro progetti di legge attualmente giacenti in Parlamento prevedono ulteriori inasprimenti a carico dei guidatori.
Probabilmente la mancanza di sanzioni per i gestori non è casuale: si è pensato che, non essendoci i soldi, non si può nemmeno punire chi non li ha. Ma la Finco contesta quest’impostazione: basterebbe solo una parte dell’avanzo di esercizio recentemente dichiarato dall’Inail per soddisfare il fabbisogno stimato per mettere in sicurezza le strade, 8,4 miliardi (da soli i gestori spendono solo 300 milioni). Tra l’altro, per l’Inail sarebbe un investimento utile per tagliare i costi futuri: l’ente deve pagare i risarcimenti relativi agli infortuni sul lavoro, metà dei quali avviene proprio su strada.
Finco lamenta anche l’assenza di controlli di buona esecuzione dei lavori (e tanti svarioni su segnaletica e guard-rail che vi documento in questa sezione dimostrano che è vero). Vien da sorridere a pensare che la direttiva 2008/96 appena approvata dalla Ue (19 novembre) prevede per le strade che fanno parte di itinerari europei vere e proprie analisi di sicurezza, a partire dai progetti e per finire con incidenti e criticità che emergono sui tronchi già in esercizio. Gli Stati membri devono emanare le loro norme attuative entro il 19 dicembre 2010. Forse questa data la rispetteremo, ma poi chi e come farà rispettare queste norme?