Già che ci siamo, voglio suggerire anch’io qualche novità da inserire nella riforma del Codice che si sta abbozzando al ministero delle Infrastrutture (si veda il post precedente). Non le solite cose di cui da un paio d’anni si discute già, anche in Parlamento per esempio, meccanismo a punti esteso anche al patentino ed esami anche al termine dei corsi di recupero punti). E nemmeno l’eliminazione di tutti i punti del Codice divenuti controversi alla luce di successive direttive europee con cui contrastano (per esempio, l’obbligo di mettere la targa italiana dopo un anno di residenza in Italia anche per i veicoli dei cittadini comunitari). Ma piccolezze che però nella vita di tutti i giorni su strada possono avere una loro importanza.
Innanzitutto – lo chiedo per pietà! – fissiamo una volta per tutte uno, due, massimo tre tipi di segnali che preannuncino i controlli automatici sulle infrazioni. In Gran Bretagna, da sempre, ne hanno solo uno: l’immagine sobria e chiara di una telecamerina. E non mi pare si lamentino. In Italia, come ho scritto più volte negli ultimi mesi soprattutto nelle sezioni “Semafori e foto”, “Strade e segnaletica” e “Velocità”, per stoppare possibili ricorsi, Prefetture, Comuni, Province e altri enti proprietari di strade si sono inventati di tutto: dal logo personalizzato al poema che spiega per filo e per segno che quella strada è sotto controllo automatico perché è pericolosa (ma non sarà ancor più rischioso provare a leggersi tutta la spiegazione mentre si guida o inchiodare per fermarsi, guardare e capire tutto?).
Poi stabiliamo una segnaletica chiara per le zone urbane dove si circola a pagamento. Dopo l’Ecopass di Milano, dati i problemi ambientali e quelli di cassa dei Comuni, ne arriveranno altri e proprio l’esperienza di Milano dimostra che è difficile raccapezzarsi (nei prossimi giorni vi racconterò nel dettaglio).
Continuiamo con la patente a punti: via quel comma pietistico dell’articolo 126-bis che limita a 15 i punti decurtabili quando si commettono più infrazioni contemporaneamente e nessuna di esse è da sospensione della patente. Come ripeto spesso, ogni giorno vedo gente tanto scorretta che in un solo giro dell’isolato riuscirebbe a perdere tutti e 20 i punti, se solo ci fossero più controlli (intendo quelli tradizionali delle pattuglie che guardano tutte le infrazioni, non quelli automatici su velocità e semafori). E la patente a punti dovrebbe servire appunto come deterrente contro le infrazioni ripetute, non contro quelle più gravi come anche molti esperti fanno finta di credere (contro quelle gravi, basterebbe inasprire solo le relative sanzioni).
Per questi stessi motivi, sarebbe il caso di prolungare il periodo di “buona condotta” per chi ha subìto una decurtazione e non viene colto a commettere infrazioni per tutto tale periodo, riguadagnando per questo il punteggio pieno: oggi è di due anni, troppo pochi per essere ribeccati con gli esigui controlli (beninteso, sempre quelli tradizionali) che ci sono.