Sarà suggestione, ma tutte le volte che ho guidato a Torino ho avuto la sensazione che fosse l’unica grande città a misura d’auto. Sarà la presenza non certo discreta della Fiat (che però con discrezione cura i suoi interessi, soprattutto in casa), sarà che il Po ha favorito la costruzione di importanti assi viari lungo il suo corso, sarà (nel centro città) l’urbanistica sabauda, sta di fatto che nell’abitato si guida con meno stress che altrove: dove la trovate in Italia una metropoli con viali larghi e con sosta selvaggia ridotta al fisiologico? E una settimana fa mi sono ritrovato a 90 all’ora in tangenziale come un fesso: non ci andavo da anni e – abituato ai 90 di Milano, ai 70 di Napoli, ai limiti altalenanti del Raccordo di Roma e alla congestione allo stadio terminale dell’attraversamento di Mestre – non avevo realizzato che lì i 130 canonici sono ancora permessi su tutto il tracciato (tranne giustamente il tratto d’interscambio del traffico con la A32).
Provo a immaginare i motivi di questa scelta facendo un paragone con le altre tangenziali italiane con caratteristiche autostradali (per le altre non ha senso, perché sono SS e come tali spesso aperte anche a trattori e ciclisti). Intanto c’è il tracciato, pianeggiante e fondamentalmente rettilineo e non tormentato come a Genova e Napoli e – in parte – Catania e Roma. Si potrebbe dire che anche a Milano è tutto dritto e piatto eppure sono imposti i 90, ma credo che la metropoli lombarda abbia più traffico (sono obbligati a passarvi anche moltissimi tir che fanno itinerari internazionali, mentre a Torino ci sono solo quelli che fanno il Frejus) e minori distanze tra uno svincolo e l’altro (quindi meno cambi di corsia che s’intrecciano pericolosamente in poche centinaia di metri). Queste sono le mie impressioni da utente molto saltuario. Sbaglio qualcosa?