Con le prime nevicate, puntualmente nelle caselle e-mail dei giornalisti fioriscono i comunicati stampa su pneumatici invernali e calze da neve (che hanno la stessa funzione delle catene ma sono più economiche e facili da montare all’occorrenza). Sulle gomme – a parte i costi e il dubbio che i produttori per venderle abbiano volutamente rinunciato a sviluppare pneumatici normali che non peggiorano la loro aderenza quando la temperatura scende sotto i sette gradi – nulla da dire. Sulle calze, invece…
Di solito, quando va bene, sui giornali leggete solo che il Codice della strada non classifica le calze come equivalenti alle catene, cosa che invece fa con le gomme invernali. Resta così il dubbio che sia solo una questione di ottusità burocratica o di mancato adeguamento della norma. Ma questo è uno dei pochi casi in cui le cose stanno diversamente.
Il fatto è che le catene sono di metallo, le calze di tessuto. Va da sé che, se il tratto innevato o ghiacciato è lungo, una calza si smaglia e quindi risulta inadatta all’uso. L’esperienza mi insegna che qualcuno che si crede dotato di senso pratico dirà che allora la legge non dovrebbe limitarsi a vietare e basta, ma dovrebbe differenziare secondo la lunghezza del tratto. Ma il senso pratico insegna che quando nevica è difficile non solo prevedere come si evolverà la situazione, ma persino sapere in che condizioni è l’asfalto in un dato momento.