Download incidenti_urbani_e_sul_lavoro.pdf Tra una settimana, lunedì 13 ottobre, ci sarà la seconda Giornata europea della sicurezza stradale. Come da copione, si prevedono tante parole e io stesso ne dirò, perché sono stato invitato. Ma ovviamente è più importante il lavoro quotidiano. Non solo quello di chi – poliziotti, ingegneri, giornalisti eccetera – di sicurezza deve occuparsi per lavoro, ma anche quello dei normali utenti della strada, perché senza la loro consapevolezza che bisogna cambiare pagina tutto il resto è inutile. Per acquisire questa consapevolezza, è necessario prima documentarsi (come voi che leggete questo blog) e poi guidare con un occhio più attento per individuare – nella strada, nei veicoli e nei comportamenti propri e altrui – i pericoli che tutti avevano sempre lambito ignari.
Tra le iniziative previste il 13, c’è quella della Fondazione Luigi Guccione alla Camera. Non è quella in cui parlerò io. Ve la segnalo perché – come leggete nel comunicato allegato – si parla soprattutto di incidenti in città e sul lavoro, definendoli come i più preoccupanti. Ma non erano peggio le stragi del sabato sera, anche se riguardano solo i giovani? Facciamo un po’ di chiarezza.
Se prendiamo come criterio i numeri assoluti di incidenti e morti, i problemi maggiori si notano appunto in città e una discreta parte (come leggete nel comunicato) riguarda persone che stanno andando a lavorare. Se invece consideriamo i numeri in rapporto al numero di veicoli in circolazione e a quante persone muoiono in ciascun incidente, effettivamente ci si deve preoccupare di più per quello che accade di notte, non necessariamente in città. Tanto più che, tra le cause di morte dei giovani, la strada è appunto in primo piano.
Sta a ciascuno di noi valutare se sia meglio agire sui numeri assoluti o su quelli relativi. L’importante è sapere di cosa stiamo parlando.