Forse tra ieri e oggi avrete orecchiato qualcosa: c’è una ricerca che dice che la reputazione di noi giornalisti è al minimo storico. Non è solo una conferma di quello che penso io e che vi ho scritto soprattutto negli ultimi due mesi, prevalentemente in questa sezione del blog: stavolta si dice che si stiano preoccupando persino gli inserzionisti pubblicitari, che tanto hanno contribuito a distruggere la nostra credibilità, strangolando prima gli editori, poi i direttori e di conseguenza noi manovali, in un effetto a cascata. Non solo: la prima cosa che gli italiani intervistati chiedono a giornali e giornalisti è la specializzazione tematica, proprio per evitare di scrivere le stupidaggini che produciamo quotidianamente in quantità industriale. A questo punto, le cose sono due.
O gli editori sono stati pazzescamente miopi nel tagliare i costi indiscriminatamente, trasformandoci in semplici riempitori di pagine senza competenza nonostante il pubblico ci chiedesse proprio di essere competenti (cosa che spiegherebbe molto anche dei cali nelle vendite). Oppure la gente ha un malinteso senso della competenza, per cui – non riuscendo a distinguere bene un mezzo d’informazione davvero credibile da uno che semplicemente appare tale, magari solo perché è esteticamente più gradevole – in realtà non ha premiato chi davvero lo merita, facendo in modo che gli editori capissero che investire sui giornalisti non frutta.
Faccio queste due ipotesi senza avere una risposta: sono problemi troppo complessi per uno come me e probabilmente ci vorrebbero ricerche ancora più mirate. Posso solo ricordarvi che le marchette della pubblicità sono solo una faccia del problema: l’altra sono le marchette della politica, delle quali pure si parla un po’, ma temo che i politici non abbiano ancora cominciato a pensare che il troppo stroppia, come invece hanno fatto le aziende per le marchette della pubblicità.
Nel frattempo, vi consiglio la lettura di http://www.francoabruzzo.it/document.asp?DID=2623
E’ il resoconto della ricerca di cui stiamo parlando e del convegno in cui ieri è stata presentata. Un resoconto fatto da Franco Abruzzo, presidente storico dell’Ordine dei giornalisti della Lombardia fino a giugno 2007 nonché ex-giornalista del Sole-24 Ore. Un personaggio di spicco, sicuramente controverso. Ma altrettanto sicuramente è stato il più impegnato contro le marchette: si può dire che non lo abbia fatto abbastanza o che abbia scelto di colpire solo alcuni invece che altri, ma intanto ha posto il problema ben prima degli altri. Per questo, mi auguro che vada avanti.