Anche oggi nella polemica politica si è parlato dei buchi di bilancio del Comune di Roma, con i soliti scambi di accuse tra politici. Nelle stesse ore, molto più in silenzio, emergeva con chiarezza quanto quei buchi condizionano la sicurezza stradale: il Comune ha dovuto accettare un contributo delle assicurazioni anche per riverniciare le strisce pedonali.
Per la verità, la cosa è più articolata: il Comune ha firmato con la Fondazione Ania (l’organismo di cui l’associazione delle assicurazioni si è recentemente dotata per iniziative sulla sicurezza stradale) un protocollo d’intesa che prevede vari interventi. Tra questi, una maggior visibilità dei passaggi pedonali, in una città dove solo l’anno scorso sono morte 49 persone che andavano a piedi.
Un po’ è colpa della gente che ormai guida come se tutti fossero protetti da una carrozzeria e come se guadagnare due secondi su un rettilineo cambiasse la giornata (e invece te la cambia, ma in peggio, solo se investi qualcuno). Ma un po’ è anche colpa delle strisce, tanto sbiadite da non contribuire certo a ricordare che esistono anche i pedoni. Naturalmente le intenzioni di Comune e Fondazione Ania vanno oltre una ripitturata: saranno studiati anche altri sistemi (segnali verticali? rialzi dell’asfalto?) per attirare l’attenzione dei guidatori. Ma è triste vedere che anche nella capitale d’Italia – il biglietto da visita dell’intero Paese nei confronti degli stranieri – le strisce sono diventate invisibili.