D’accordo, la segnaletica italiana spesso non è credibile: limiti troppo bassi, continui cartelli che preannunciano controlli inesistenti, troppe strisce continue, segnali d’indicazione da burla e via così. Ma le strisce d’arresto agli incroci – quando ci sono e la scarsa manutenzione non le ha ancora lasciate del tutto sbiadire – vanno rispettate, anche quando apparentemente le tracciano troppo in anticipo rispetto al semaforo.
Non è solo una questione di evitare ingorghi quella volta tanto che passa un autobus che deve svoltare su una strada stretta e si trova i soliti incivili attaccati al semaforo, cinque metri oltre la striscia. E’ anche una questione di sicurezza: per esempio, a me l’altro giorno è capitato di trovarmi quasi sul cofano un motorino che ha preso la svolta tanto larga (altro che bus!) da finire al centro della corsia dove stavo aspettando il verde. Ho potuto vedere in faccia il giovane guidatore (figurarsi se indossava il casco, con questo caldo che continua anche in pieno settembre!) e mi è sembrato piuttosto confuso. Non voglio dire che avesse bevuto o si fosse drogato: potrebbe essere stato semplicemente il caldo. Ma sta di fatto che, se non avessi rispettato la striscia di arresto, oggi starei penando tra avvocati, periti e falsi testimoni (sì, nella mia città l’altra settimana hanno trovato un’altra banda che simulava sinistri addebitandoli a chi si trovava a passare) per dimostrare che ero fermo e quindi non avrei mai potuto investire quel ragazzo.