C’è poco da fare: se sbatti la velocità in prima pagina sul giornale, le reazioni del pubblico sono assicurate. E’ successo anche lunedì scorso, quando sul Sole-24 Ore mi hanno fatto scrivere un articolo in prima pagina e altri due all’interno. Parliamoci chiaro: ormai si è innescato un circolo difficilmente spezzabile, perché multe e controlli più o meno ci sono, la gente si lamenta, i giornali ne parlano e questo induce le forze dell’ordine a spingere ulteriormente. Invece mi piacerebbe che si parlasse più seriamente delle cause degli incidenti. Ne ho dibattuto con un lettore che mi ha scritto per criticarmi perché avevo scritto che talvolta diminuire la velocità non abbassa di molto gli incidenti. Vi riporto il nostro scambio di mail perché mi pare interessante.
(Carlo Moiraghi) Il motivo per cui scrivo e’ per lamentarmi di quanto riportato in un articolo "Troppe multe. La Polizia spegne il tutor": la frase "Forse perché gli incidenti evitati dal controllo della velocità sono stati in parte controbilanciati dai colpi di sonno che il dover rispettare i limiti di velocità ha provocato." e’ uno schiaffo in faccia a chi si batte perche’ vengano rispettate le regole, e ancora di piu’ a chi ha perso la vita per causa dell’alta velocita’. E’ la prima volta che leggo su un quotidiano nazionale che la bassa velocita’ provoca
incidenti: non mi sembra quello di cui c’e’ bisogno, quand’anche fosse vero. Ma non lo e’, perche’ ‘sta storia dei colpi di sonno e’ semplicemente una scusa che chi va sempre a manetta usa per giustificare la propria stupidita’. Se uno si addormenta al volante, a meno di patologie particolari, non e’ perche’ va piano, ma e’ perche’ non ha dormito abbastanza, oppure perche’ ha assunto qualche sostanza nociva. La soluzione e’: andare piano e dormire di notte.
Dire che bisogna semplicemente guidare riposati per evitare i colpi di sonno è giusto ma troppo semplice: esiste uno studio della Polizia stradale (Icaro 7) che ha dimostrato come l’ignoranza dei guidatori in materia sia davvero diffusa, in quanto la maggior parte degli intervistati ha dichiarato di allarmarsi solo quando i propri occhi iniziano a chiudersi, cioè quando ormai è troppo tardi. Voglio dire che spesso una persona si ritiene (a torto) riposata fino a pochi attimi prima del colpo di sonno. Inoltre, nel caso specifico, si sconta un calo di attenzione: si passa da curve e traffico alla calma piatta, il che incide molto su chi ha già qualche ora di guida alle spalle (come i tre poveri militari che stavano rientrando da una missione allì’estero e sono morti per colpo di sonno la scorsa primavera).
In generale, per concludere, voglio ricordare che le cause di ciascun incidente, aldilà delle statistiche, sono molteplici. Come negli incidenti aerei. Solo che nel caso di quelli stradali non ci sono commissioni d’inchiesta: ci sono solo poveri agenti che – di fronte a ciò che non riescono a spiegare coi mezzi e il tempo che hanno – presumono sia stata colpa della sola velocità (tra gli addetti ai lavori è noto il detto "un 141 non si nega a nessuno", riferendosi all’articolo del Codice della strada che si contesta a chi perde il controllo del veicolo presumibilmente per velocità non adeguata, che peraltro è un concetto diverso dall’eccesso di velocità).
Semplicemente mi sembra pericoloso fare affermazioni, sicuramente corrette, ma che rischiano di trasformarsi in un alibi per chi gia’ e’ abituato a costruirsene quando si tratta di violare le regole e mettere in pericolo gli altri. Tanto piu’ che nel campo della sicurezza stradale si fa veramente pochissimo, causando elevatissimi costi sociali.