Non c’è scappato il morto e quindi la cosa è passata sotto silenzio. Ma l’incidente in cui venerdì scorso un camion ha saltato la carreggiata sulla Milano-Brescia poteva avere le stesse conseguenze di quello dell’8 agosto costato la vita a sette persone sulla Venezia-Trieste (a Cessalto). E, soprattutto, anche qui il guard-rail non era a norma. Eppure stiamo parlando delle autostrade più importanti e trafficate d’Italia.
Breve riepilogo per chi non ha mai seguito le sbrodolate che sempre più di frequente faccio sul tema: dal ’92 sono in vigore nuovi criteri di omologazione dei guard-rail, via via affinati. Ma sono criteri che valgono per le strade da costruire ex-novo e per quelle che vengono riqualificate, cioè una minoranza. All’epoca la norma aveva un senso: non si poteva pretendere di rifare tutto daccapo. Ma tra non molto saranno passati vent’anni e continuiamo ad avere guard-rail concepiti quarant’anni fa, quando la tecnica era quella che era e i veicoli da mantenere in strada erano molto più leggeri. I gestori autostradali lo sanno e per questo hanno avviato programmi di sostituzione. Ma secondo le loro esigenze di distribuzione degli utili agli azionisti, quindi con la dovuta calma.
Nel caso di Brescia, il guard-rail divelto sembrava solido a un profano: era un New Jersey, cioè in cemento. Forse meglio dell’inconsistente "doppia onda" in lamiera polverizzato a Cessalto. Ma era della prima generazione dei New Jersey, quella anni Ottanta. Quelli attuali vanno molto meglio e Autostrade per l’Italia negli ultimi anni li sta montando da molte parti. Ma non dappertutto…