La sortita fatta ieri dal sottosegretario Giachino è già archiviata: stamattina è stata una nota del ministro Matteoli a bollare gli annunci fatti ieri su un ennesimo inasprimento del Codice della strada come mere opinioni personali di Giachino. Matteoli dissente soprattutto su un punto: l’inseverimento degli esami (e qui sono d’accordo: occorrerebbe prima di tutto rendere più seri i programmi d’insegnamento). Nessun cenno, invece, sull’aspetto tecnicamente più preoccupante degli annunci di Giachino: la limitazione della velocità dei veicoli.
Come ho spiegato più volte, i limitatori attuali servono a ben poco perché non impediscono di raggiungere i 130 anche in città. E, soprattutto, la materia degli equipaggiamenti obbligatori dei veicoli è soggetta a direttive comunitarie, che non possiamo bellamente aggirare con una norma nazionale. Non è la prima volta che si annuncia di volerlo fare e il fatto che poi non lo si faccia è piuttosto significativo.
E allora, cari governanti, smettetela di fare annunci. Smettetela di contare su una stampa che si limita a mettervi il microfono davanti alla bocca e a rilanciare ciò che dite: se l’opinione pubblica è ormai ridotta a mucillagine (cito il Censis), è anche colpa del fatto che nessuno va più in profondità nello spiegare i temi su cui i politici pontificano.
Nello specifico della sicurezza stradale, cari governanti, smettetela di giocare con le macchinine e concentratevi su quello che davvero si può fare, ammesso che si voglia farlo. A partire dal rafforzamento della vigilanza: come ricordo stamattina nel mio commento sul Sole-24 Ore, siamo stati capaci di acquistare centinaia di etilometri e di tenerli fermi perché l’ufficio ministeriale che deve collaudarli è al collasso. Con buona pace delle teorie generalizzate e generalistiche sui fannulloni della Pubblica amministrazione.