E’ agosto, facciamoci due risate. Sempre da Gaglianico mi segnalano questo breve capitolo di "Fantozzi contro tutti", scritto da Paolo Villaggio quasi trent’anni fa. Sembra un ritratto della prepotenza stradale e sociale scritto oggi. Eppure da allora a oggi molto è cambiato: da un lato ci sono più controlli (soprattutto automatici), dall’altro il traffico è aumentato. Che gli effetti delle due cose si siano annullati a vicenda?
Buona lettura
P.S.: vedrete che il protagonista si fa vanto di non pagare mai le multe. Io mi faccio vanto di conoscere persone che, pur potendosele far annullare, tengono nel cassetto della scrivania le ricevute di quando hanno pagato le proprie e anche alcune altrui (amici cui non si può dire di no che chiedono favori senza rendersi conto di andare oltre il limite della decenza). Le tengono lì per dimostrare la loro serietà.
Una persona proprio come si deve
Un venerdì pomeriggio rimase senza macchina perché gli si era rotto il motorino d’avviamento.
Accettò allora servilmente un passaggio sulla Lancia Beta con radiotelefono dell’avvocato dott. ing. lup. mann. grand. farabutt. Guido Camorrani: notabile, grande civilista e conosciutissimo in tutto il quartiere come cittadino esemplare.
L’avvocato lo fece salire sulla sua auto blu e gli diede democraticamente la mano.
Camorrani gli domandò gentilmente nome e professione e senza attendere risposta cominciò subito a commemorarsi.
“Vede caro signor Fantocci…”
“Fantozzi, mi chiamo Fantozzi” lo corresse lui debolissimamente.
“Vede caro signor Fantacci, io sono soprattutto un uomo onestissimo e intelligentissimo, ma buono. Io, che sono, noti bene, uno dei più grandi avvocati della città” e qui abbassò con finta modestia il tono della voce e gli occhi “ sono uno che per gli altri darebbe la vita, perché vede caro Fantuzzi, io sono un uomo giusto, ma soprattutto eccezionale. E quindi caro Fantelli, lei può ben immaginare quali sentimenti agitino il mio animo nel vedere tutta l’abiezione, il marciume, lo scarso senso civico nel quale siamo precipitati.”
E dicendo questo passò a quasi centoventi l’ora col semaforo rosso, sfiorando una misera utilitaria che il grand’uomo guardò con disprezzo:
“Stronzo!” urlò “ stai più attento che così rischi la vita!.. E’ il rispetto delle leggi che è venuto a mancare in Italia, nessuno crede più nelle istituzioni, manca il senso dello Stato come bene comune e tutti questi maledetti farabutti fanno quello che vogliono…”
Si stava intanto avvicinando ad un incrocio con cinque semafori, tutti rossi. Camorrani rallentò e poi con lentezza da pantera cominciò a passare lo stesso. Fantozzi lo guardava ammiratissimo.
Ed ecco finalmente il primo semaforo verde: lui passò come un treno rapido a tutto clacson. Da destra fece capolino con il muso dell’auto un furbettino che voleva passare lo stesso col rosso:
“Delinquente, maledetto” cominciò ad urlare Camorrani paonazzo “sono i farabutti come te che rovinano questo Paese! Pena di morte! Pena di morte!” urlava stravolto.
Gli stava per esplodere la vena giugulare. Si calmò:
“E poi, tutta questa violenza non si capisce proprio da chi l’abbiano ereditata i giovani d’oggi!”
“Eh sì!” concluse Fantozzi “chissà dove andremo a finire… povera Italia!”
Poi prese un po’ di coraggio e gli domandò “Senta signor avvocato Camorrani, immagino che lei conosca gente molto in alto?”
“Io?” fece Camorrani con un sorriso da squalo tigre “conosco tutti!”
“Allora, non vorrei disturbare, ma se lei potesse farmi togliere una piccola multicina da cinquemila lire che ho preso l’altro giorno di fronte al mio ufficio per divieto di sosta, mi toglierebbe una piccolissima difficoltà” fece quasi arrossendo.
“Ma caro mi facci avere tutte le multe che vuole, io le multe gliele faccio togliere per sempre. “Io” disse con un lampo di osceno trionfo negli occhi “le multe non le pago mai!”
“Grazie, molte grazie, signor avvocato. Lei è veramente una persona come si deve.”
“Eh! Lo so” disse lui con rammarico “purtroppo di uomini come me ce ne sono sempre di meno.”
“Peccato” pensò Fantozzi inchinandosi fino a terra. “Oramai non c’è più religione!”
Paolo Villaggio – FANTOZZI CONTRO TUTTI (1979)