Fa una certa impressione vedere il principale gestore di strade del Paese (l’Anas) litigare con la maggiore struttura d’informazione sul traffico (il Cciss della Rai) sulla reale esistenza di una maxi-coda: nell’epoca del Grande Fratello, telecamere e satelliti sono perfettamente in grado di segnalare in tempo reale anche il minimo intoppo alla circolazione, almeno sulle strade più importanti. Tanto più che la lite riguarda la Salerno-Reggio Calabria, "sorvegliata speciale" da parte di cittadini e politici a causa dei tanti cantieri (105 telecamere, dice l’Anas, cioè in media una ogni quattro chilometri e rotti). Eppure è probabile che non sapremo mai che cosa è accaduto davvero nel primo pomeriggio di sabato su quell’autostrada.
I bollettini Rai, ripresi poi da un flash dell’agenzia Agi e a cascata dai media che ne ricevono i lanci, parlavano di rallentamenti per 30 chilometri, smentiti con forza dall’Anas con un comunicato diramato nella stessa serata. Ieri ha controrisposto la rappresentanza sindacale dei giornalisti del Cciss, non riaffermando chiaramente che quei rallentamenti c’erano, ma invitando l’Anas a moderare i toni, spiegare che cosa invece sarebbe realmente accaduto e ricordare che in passato (come per la nevicata del 2005, sempre sulla Salerno-Reggio) la gente ha potuto sapere che una strada era bloccata solo grazie allo spirito d’iniziativa dei giornalisti, che sono andati a cercarsi le notizie da soli senza attenersi ai comunicati ufficiali dei gestori.
Una diatriba difficilmente comprensibile se non si considera un retroscena: al Cciss, come in buona parte della Rai, lavorano persone che svolgono mansioni di natura giornalistica, ma non sono inquadrate come giornalisti. La rappresentanza sindacale punta dunque a far pesare il fatto che chi non ha ancora ottenuto un contratto da giornalista è condannato a dipendere solo dalle notizie che gli passano i gestori, non potendosele cercare autonomamente. Un problema che nei fatti si pone poco: ormai anche noi giornalisti lavoriamo praticamente solo al telefono e i nostri interlocutori aldilà della cornetta raramente ci chiedono se abbiamo una mansione contrattuale idonea per porre loro le domande che vogliamo. Ma è comunque vero che spesso i gestori hanno interesse a nascondere i problemi. Non solo – come capita per quelli di autostrade a pagamento – per non perdere gli incassi dei pedaggi di chi, informato dei problemi, cambia percorso. Ma anche per questioni più "politiche" e d’immagine: come ha lucidamente dichiarato su "Quattroruote" di questo mese l’ex-ministro dei Trasporti, Alessandro Bianchi, gli interessi attorno a viabilità e informazioni sul traffico sono enormi e riguardano varie lobby. Tanto più sulla Salerno-Reggio.
Sta di fatto che al pubblico interessa sapere che cosa troverà per strada. Anche per una questione di sicurezza: destreggiarsi tra gli ingorghi e le difficoltà varie (per esempio, l’esaurimento del carburante in un’area di servizio) fa stressare di meno e sapere in anticipo se si troveranno imprevisti pericolosi come fumo, nebbia o code in curva fa correre meno rischi.
P.S.: il 13 agosto i sindacalisti del Cciss hanno chiarito in un altro comunicato che tutto è partito dal un refuso (invece di Falerna, avevano scritto Salerno), per cui i chilometri di coda erano diventati 300 invece di 30. Ma il refuso era stato prontamente rettificato. E allora perché la smentita violenta dell’Anas? Forse lo sapremo al prossimo comunicato.