Tutto inutile se poi si viene travolti dalle notizie

Due notizie di oggi meritano un rapido commento: il Censis ha reso noto che in Italia si muore su strada otto volte più che per omicidio e un peruviano è stato trovato a dormire sulla corsia più veloce della Milano-Bergamo dopo aver percorso qualche chilometro contromano in preda all’alcol. Che c’entrano due cose così diverse? Entrambe dimostrano che faremmo bene a ricordarci almeno di qualche notizia, in modo da tenerla come riferimento quando ne arrivano altre a "stordirci".

Mi spiego meglio. Da qualche mese l’attenzione di politici e giornalisti è rivolta in buona parte al "problema sicurezza", inteso come rischio di essere aggrediti o rapinati, magari da extracomunitari. Ciò ci fa dimenticare che – appunto – si muore molto di più per incidente stradale, per cui dovremmo rivedere le priorità del dibattito politico, campagne elettorali in primis. Ma non succederà fino a quando non ci saremo tolti dalla testa il pensiero che in fondo morire d’incidente stradale è una sfortunata fatalità contro cui la politica nulla può fare. Così continueremo a vedere più soldi e chiacchiere sulla microcriminalità che sulle stragi stradali. Forse cominceremo a far cambiare le cose se tutti ci ricorderemo d questa notizia data oggi dal Censis. una notizia banale, anche perché se ci pensassimo un attimo probabilmente ci arriveremmo anche noi a intuire che la strada fa più vittime della criminalità. Ma quanti di noi ci pensano al momento del voto o parlando al bar?

Insomma, c’è un’onda di notizie, slogan e altre amenità mediatiche che tutto travolge. E la dimostrazione viene proprio dalla seconda notizia, quella del peruviano ubriaco contromano: i miei colleghi cronisti si sono limitati a dire che la sua auto è stata sequestrata, non ricordando che invece sarà confiscata. Insomma, come al solito abbiamo fatto da juke-box che suona passivamente quando qualcuno mette il gettone. La confisca è uno dei punti più qualificanti della recente stretta antialcol. Se ce ne dimentichiamo già due mesi dopo la sua entrata in vigore, contribuiamo a farle perdere deterrenza.