Due maxi-rapine a portavalori in un giorno (a Bologna e Foggia), un’altra due settimane fa (tra Bergamo e Brescia). Con tanto di auto bruciate in mezzo alla carreggiata per fermare il traffico, armi potenti e spericolate inversioni di marcia per fuggire: le autostrade italiane sembrano diventate set di film d’azione. Invece è tutto vero. E solo per fortuna non ci è scappato il morto. Dunque, quando si guida in autostrada si deve anche stare attenti ai banditi oppure pericoli del genere restano un’eccezione, a parte i fatti di questi giorni?
La novità preoccupante di questi giorni sono le modalità spettacolari delle rapine, anche se proprio da queste si vede una certa attenzione nell’organizzarsi per evitare incidenti: fermarsi gradualmente a centro carreggiata e dare fuoco all’auto per bloccare chi sopraggiunge è segno di preparazione.
Ma in realtà, occorre sempre stare in campana. La strada è teatro per tutta la criminalità (dalla strage di Capaci al furtarello della borsa aprendo lo sportello mentre si è al semaforo). Ricordo che giusto dieci anni fa davo conto dei contrabbandieri che tra Napoli e il Salento sfrecciavano a 230 all’ora su auto blindate artigianalmente, pronti a fare inversione di marcia in piena autostrada se qualche pattuglia li inseguiva (ci ha rimesso la vita almeno una coppia di ignari motociclisti). Raccontavo anche dei frequenti assalti ai tir (e non solo, come dimostra l’uccisione del bimbo americano Nicholas Green nel ’94) sulla Salerno-Reggio Calabria, con colpi di fucile per convincere gli autisti a fermarsi. Variante più acrobatica erano i ladri che agivano in movimento, salendo al volo sui rimorchi e lanciando la refurtiva ai complici in auto (ma a uno di loro andò male: cadde e fu travolto e a questo episodio si ispirò un quadro che un ispettore della Stradale tiene in ufficio per ricordare a se stesso che "La strada è puttana", frase che gli ho rubato come slogan di questo blog). All’epoca c’erano anche i clandestini che, appana sbarcati in Puglia, si mettevano a piedi di notte sulla corsia di emergenza, in cerca di una destinazione credibile.
Poi si sono susseguite, soprattutto al Nord, piccole rapine ai danni di automobilisti con vetture di lusso: una toccatina o una biglia di ferro scagliata sulla carrozzeria, giusto per dare l’impressione di un incidente e costringere il guidatore a fermarsi per verificare. Insomma, di cose ne succedono da un pezzo. Non tantissime, ma non è detto che accadano sempre quando passano gli altri. Giusto per confermarci che gli imprevisti sono teoricamente infiniti e vanno oltre l’immaginazione. Non dico si debba diventare paranoici, ma è un altro buon motivo per non impegnare al massimo le capacità nostre e del veicolo che guidiamo.