Nessuno controlla davvero come vengono fatti i lavori stradali: ve l’ho scritto più volte e lo ha dimostrato una settimana fa la trasmissione televisiva Exit, su La7. Ma ogni tanto qualcuno si mette addirittura a indagare. E le sorprese non mancano: venerdì scorso, la Guardia di finanza di Trento ha sequestrato oltre 50 chilometri di guard-rail sull’autostrada Caserta-Salerno e sulla statale Porrettana, sull’Appennino bolognese. Sembra abbiano accertato che queste barriere di acciaio fossero diverse da quanto stabiliva il capitolato di appalto e meno resistenti.
Che cosa accomuna quella velocissima autostrada del Sud e quella tortuosa strada del Centro-Nord? La ditta appaltatrice: la Car di Benevento. Che pare sia tra le aziende al centro di un’indagine in corso da tempo a Trento su un presunto cartello tra le poche imprese che hanno molto peso nel settore dei guard-rail (su questo ho scritto un post in questa stessa sezione del blog, a fine gennaio).
Voglio far presente che i sequestri di venerdì hanno riguardato carenze macroscopiche, che quindi sarebbe stato facile scoprire. Questo autorizza a pensare che sia fondato il dubbio che ho espresso qui più volte e ribadito una settimana fa a Exit: se che commissiona un lavoro non si accorge delle cose visibili subito, come farà a vedere quelle più nascoste, come il modo in cui i guard-rail sono stati montati? L’unico criterio che domina è quello dell’assegnazione dell’appalto a chi offre il prezzo più basso. Anche perché poi, se il lavoro è fatto male, se ne accorgerà solo chi va a sbattere.