Il neopatentato va piano, ma senza freccia né cintura

"Che bella! Questa macchina mi fa venire la voglia di salirci dentro". Detto, fatto: la ragazza appena scesa di casa sale sulla Y nuovissima del ragazzo, che parte né veloce né piano, ma senza cintura e senza freccia. Lo seguo con lo sguardo perdersi nel traffico del sabato sera nel centro di Manfredonia (Foggia): nessuna manovra aggressiva come vorrebbero gli stereotipi sui neopatentati. Anche l’auto è tra quelle poco potenti che dal 1° luglio saranno le sole che si potranno guidare nel primo anno di patente (per volere dell’ex ministro Bianchi e sempreché il nuovo Governo non cambi idea). Ma a me quel ragazzo non ispira fiducia.

Mi pare incredibile che abbia già disimparato a usare frecce e cinture già pochi mesi dopo essere uscito dalla scuola guida: ai miei tempi (22 anni fa), ci si metteva più tempo. Forse questo deriva anche dall’ambiente: andando in giro da anni, mi sono fatto l’idea che nei paesi la resistenza a rispettare le regole di sicurezza "secondarie" come quelle su frecce e cinture. Forse – anche appena usciti dalla scuola guida – prevale la mentalità secondo cui il paese è casa propria e non può accadere nulla (anche se poi in caso d’incidente si è più coinvolti, perché ci si conosce tutti). Attenzione: queste persone non si sentono imprudenti, perché per loro l’imprudenza è limitata allo sgommare e all’andar forte.

Che fare? Le campagne migliori per la sicurezza stradale costano e quindi non si possono (ancora) fare a tappeto. Resta solo il presidio delle autoscuole, dalle quali ormai passano quasi tutti per prendere la patente (i privatisti sono ormai pochi). Ma anche loro spesso sono espressione dell’ambiente circostante (e non potrebbe essere altrimenti: rischierebbero di perdere clienti!). Quindi non ci resta che il pessimismo.

  • sonia |

    ma siete proprio sicuri di avere visto e ascoltatato campagne di educazione e sensibilizzazione( non solo x i giovani,) ma x tutti?Forse vi siete sbagliati su quelle che avrebbero dovuto far vedere, in un paese dove si da’ la priorità alla prevenzione e ci credi fino in fondo le realizzi( come hanno fatto in altri paesi europei)La 1°campagna è sulla sicurezza stradale fatta dalla Rai curata da Minoli “Metticilatesta” 2006! l’hanno trasmessa in orari di scarso ascolto e vorrei sapere quante persone l’hanno potuta vedere.Pensiamo al potenziale che davvero avrebbe potuto avere se ci fosse stato un impegno serio – sicuramente qualcuno in più poteva riflettere e qualche vita essere risparmiata.
    [risponde Maurizio Caprino] Verissimo e l’ho anche scritto su un libro che penso stia per uscire: le campagne efficaci fatte in Italia sono state pochissime e sono state semiclandestine, mentre si spende di più su campagne tanto visibili quanto banali. Ciò non toglie che oggi di tanti rischi della strada si parli certamente più di vent’anni fa.

  • Menazza Marco |

    Mi spiace che l’autore di questo blog si faccia prendere dal pessimismo.
    Forse ha ragione dicendo che in passato i neopatentati erano meno imprudenti di oggi,
    ma non ne sono sicuro.
    Anch’io ho più o meno l’eta di Caprino e quando mi ritrovo coi miei coetanei, ahimè,
    incominciano a rieccheggiare frasi del tipo “Ai nostri tempi il Liceo era più duro”,
    “Quando eravamo giovani noi ci divertivamo con poco”, “Eravamo più maturi noi rispetto
    alle nuove generazioni”, ecc, ecc.
    Io invece dico, tornando alla sicurezza stradale, che i neopatentati di oggi, sono almeno
    più fortunati della mia generazione. Molte auto nuove, anche di piccola cilindrata, hanno
    air-bag, barre laterali, abs, qualcuna l’ESP e comunque sono valutate da un ente, EURO N’CAP,
    che non esisteva ancora ai miei tempi.
    Per quanto riguarda l’educazione, i giovani d’oggi comunque sono raggiunti da campagne mediatiche
    che in passato erano meno frequenti e meno incisive. Inoltre, ci sono siti, blog, video che parlano
    dell’argomento e comunque la stampa e la televisione, anche se a singhiozzo e solo dopo l’ennesima strage,
    mi sembrano molto più persuasive che in passato.
    [risponde Maurizio Caprino] Concordo sul fatto che se ne parli più di vent’anni fa, ma proprio per questo mi cascano le braccia quando oggi vedo certe cose. E poi vent’anni fa io andavo veloce, ma le frecce le mettevo, come i miei coetanei, che ci hanno messo qualche anno prima di perdere questa buona abitudine (su questo non cito me stesso perché non l’ho mai persa, per le frecce ho sempre avuto una fissazione).

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