L’ho scritto più volte e lo confermo: sulle strade italiane ci sono troppe strisce continue. Ma attenzione: alcune strisce che paiono ingiustificate servono davvero e siamo noi a non capire perché. Un po’ è colpa nostra, un po’ è colpa della disomogeneità della segnaletica, che a situazioni uguali dà una disciplina diversa. Vi faccio due esempi: gli svincoli e le aree di servizio, entrambi sulle tante superstrade a carreggiata singola che l’Italia si ritrova.
Per quanto riguarda gli svincoli, la colpa è di noi che guidiamo. Infatti,quando una strada è ben progettata e c’è spazio, gli svincoli si trovano su larghi rettilinei. Che sono i luoghi ideali per sorpassare, tanto più che l’essere su una superstrada ci dà la sicurezza che non ci troveremo di fronte all’improvviso un trattore sbucato da una stradina di campagna. Non di rado questa è una falsa sicurezza, dato l’abusivismo stradale che regna in Italia: per esempio, l’Anas in circa 25 chilometri tra Siracusa e Catania sa di avere circa 160 accessi laterali, ma non ne ha una classificazione aggiornata. A parte i trattori, il punto fondamentale è che in corrispondenza di quegli svincoli ci sono sempre le strisce continue e sono sacrosante: chi s’immette dallo svincolo guarda (o dovrebbe guardare) gli specchietti per capire se può spostarsi a sinistra verso la carreggiata e quindi non può badare a qualcuno che arriva dalla direzione opposta sorpassando e invadendo la sua corsia. Vista dalla parte di chi sorpassa, c’è un veicolo che improvvisamente si materializza davanti; il resto lo potete immaginare. Eppure, da quel che vedo ogni giorno (anche su svincoli urbani) non è che lo capiscano in molti.
Per quanto riguarda le aree di servizio, i rischi sono analoghi a quelli degli svincoli. Ma qui le colpe maggiori sono di chi gestisce le strade: a volte ci sono le strisce continue (com’è opportuno), altre ci sono gli stessi tratteggi che troveremmo nel più sicuro dei rettilinei. Anche per situazioni analoghe, come notavo l’altro giorno sulla "litoranea" che porta da Barletta al Gargano (tratteggio normale) paragonandola per contrasto alla superstrada calabrese che unisce la Jonica alla Salerno-Reggio tra Cassano e Spezzano (linea rigorosamente continua). Un ulteriore esempio di disuniformità che fa male, come quello che vi facevo nel post precedente a questo.