"Curva pericolosissima", ammonisce l’italianissimo cartello che preannuncia la curva più stretta della Diramazione Est, il ripido (6%) tratto dell’autostrada che entra in discesa a Catania provenendo da Messina. In Italia sui segnali abbiamo addirittura bisogno di mettere i superlativi, perché gli aggettivi normali li sprechiamo, col risultato che se scrivi solo "curva pericolosa" non ci crede più nessuno.
Eppure per il resto quella discesona sembra un pezzo di Austria: come nel Paese alpino, dai suoi bordi partono alcune rampe che s’impennano per frenare la corsa dei mezzi pesanti i cui freni fossero messi in crisi dalla pendenza. Sono riusciti anche a ricavare una piccola piazzola dove la Polizia può appostarsi a rilevare la velocità. Senonché, proprio la rampa messa nel punto più pericoloso mi è parsa deboluccia.
Infatti, non ha il classico andamento che prima asseconda la discesa e la tramuta gradualmente in una salita che permette di fermarsi anche senza l’aiuto dei freni: continua a scendere, seguendo sostanzialmente l’andamento del suolo e terminando con una sorta di terrapieno che non so se possa reggere tutti gli urti. Quindi, potrebbe accadere che un camion finisca ancora sull’autostrada, che proprio con la "curva pericolosissima" gira tutto intorno allo scivolo.
Quanto alla piazzola per i controlli di velocità, stando ai calendari che ricevo ogni settimana dai Compartimenti della Polizia stradale, non è molto utilizzata. La Sicilia, infatti, si distingue per la stringatezza del calendario: i controlli sono pochi, se ne fanno di più in regioni meno estese. Certo, generalmente il traffico siciliano non è intenso come al Centro e al Nord. Ma pare che il problema riguardi la carenza di mezzi della Polizia stradale: auto e rilevatori di velocità. E la soluzione non sarà rapida: gli interventi straordinari del ministero dei Trasporti per dare nuove dotazioni alle forze dell’ordine hanno riguardato altre zone del Paese.