La sicurezza stradale non è mai stato un argomento forte per la campagna elettorale. Ma c’è di più: spesso i candidati violano il Codice della strada, anche sotto gli “occhi” delle telecamere.
Per questa tornata elettorale, il via lo ha dato il leader del Pd, Walter Veltroni: domenica scorsa ha cominciato il suo giro d’Italia in pullman (che però poi in realtà lascia e riprende per spostarsi in aereo) facendosi inquadrare sul veicolo in movimento mentre era in piedi attorniato dai giornalisti. Immagini innocenti: si è sempre fatto così e in fondo ricordano quelle di certi viaggi del Papa in aereo. In aereo, appunto: in autobus, invece, stare in piedi durante la marcia è pericoloso (basta tornare indietro di una sola settimana, all’incidente mortale di Milano). E da due anni è anche certamente vietato: sui bus dotati di cinture (e quello di Veltroni dovrebbe esserlo di sicuro, perché pare recente), è obbligatorio usarle.
Sia comunque chiaro che Veltroni non è l’unico politico italiano a non porsi il problema e che la sensazione è che i comportamenti dei candidati su strada non siano legati all’appartenenza politica.
Inoltre, la violazione più diffusa in tempi elettorali mi pare quella alle norme del Codice della strada e del suo Regolamento di esecuzione che vietano di apporre sui veicoli pubblicità che distrae: ci sono deroghe solo per i mezzi pubblici, eppure fate mente locale ai vari bus e camper che in questo periodo circolano avendo sulle fiancate i faccioni dei candidati e/o simboli e slogan dei partiti. Qualche anno fa su questo raccolsi lo sfogo di un poliziotto “In autostrada ne ho visto uno e mi è venuto l’istinto di fermarlo e multarlo. Poi ho pensato che in fondo così fan tutti. E, soprattutto, che avrei rischiato anche di ricevere una telefonata dai miei superiori: la politica arriva ovunque. Così ho lasciato perdere”.