Perché il limite è basso? Una bici contromano, un’inversione assassina…

L’altro ieri sono stato mandato dal mio giornale a seguire un convegno della Confindustria all’aeroporto di Grottaglie (Taranto). Partendo da Bari, sono solo 130 chilometri per andare e 130 per tornare, tutti tra superstrada e autostrada con traffico scarso. Ma è stato abbastanza per trovare una bici contromano che dalla carreggiata imboccava uno svincolo (sempre contromano) e un’auto che faceva inversione di marcia in una delle situazioni più pericolose che si possano immaginare (superstrada a quattro corsie senza spartitraffico, in discesa e in corrispondenza di un doppio svincolo complicato).
Perché ve lo racconto?

Sarò sfortunato, ma cose analoghe mi erano capitate un venerdì di fine estate scorsa dalle stesse parti. C’è di che riflettere: le critiche più serie e motivate agli attuali limiti di velocità generali si fondano sul fatto che essi siano troppo prudenziali perché ritengono probabili anche eventi particolari. Ma vedere manovre sconsiderate come quelle che ho visto l’altro ieri e qualche mese fa, almeno a pelle, dà un altro significato al concetto di probabilità.

  • paolo |

    Inoltre a cremona, è quasi impossibile vedere uno in bici che si ferma a un semaforo rosso.

  • paolo |

    Le probabilita’ di vedere uno in bici contromano anella mia citta’ , cioe’ cremona, sono vicine al 100% , praticamente mi capita tutti i giorni. Il record: ore 12 di sera, in circonvallazione, in contromano, su in 2 , senza luci ne’ davanti , ne’ dietro. Da noi è normale. Infatti la provincia di cremona è da molti anni ormai tra le prime cinque d’italia per numero di morti per milione sulle strade.

  • alexmrg |

    Allora proviamo a chiarire il problema, composto da due aspetti distinti: probabilità (noto a tutti) e tempo di ritorno (meno conosciuto).

    La probabilità di incontrare un veicolo in contromano è sostanzialmente (semplifico molto) la frequenza con cui il fenomeno si verifica: per chiarire, se contassi il numero dei passaggi su una certa sezione per un certo lasso di tempo, la probabilità è il rapporto tra l’evento "bici in contromano" e il numero complessivo di tutti i veicoli transitati.

    Periodo di ritorno è invece il tempo trascorso tra un evento "bici in contromano" e quello, analogo, sequenzialmente successivo.

    Due aspetti distinti, dunque, e da non confondere. Così si possono avere eventi che si ripetono ad intervalli di tempo relativamente brevi ma poco probabili, mentre altri eventi possono avere tempi di ritorno di molti anni ma essere ad alta probabilità. In pratica, probabilità e tempo di ritorno tendono a convergere soltanto se l’intervallo di conteggio è un multiplo adeguato del tempo di ritorno.

    Ora, la statistica non è una disciplina formale, ma il tentativo di interpretare situazioni oggettive, concrete, di eventi di cui sfuggono, per motivi diversi, le leggi costitutive (quantitative) e/o i meccanismi d’azione, motivo per cui non è possibile calcolare a priori, ad es. l’incidentalità su un certo tronco stradale e dunque quel parametro può soltanto essere inferito a posteriori, appunto mediante le tecniche statistiche.

    Per conseguenza, prima di trarre una qualunque conclusione da una statistica, ci si deve essere assicurati che l’evento in esame sia sistematico e non accidentale. Per esemplificare, l’evento "bici in contromano" è sistematico (dunque segue un suo meccanismo ben preciso) solo se si ripetesse ogni successivo anno simile a se stesso ed in tal caso se ne può valutare la probabilità. L’evento è accidentale in caso contrario (può pure capitare, in tal caso, che si ripeta più volte nello stesso anno, ma poi non sia più osservabile per molti anni successivi, ed in tal caso parlare di probabilità sembra improprio, sostanzialmente perché non può essere garantita la costanza delle condizioni al contorno).

    Un esempio per chiarire l’argomento troppo complesso: se dovessimo applicare la metodologia delle Amministrazioni stradali, non dovremmo usare fiamme libere nelle nostre case (il gas di cucina, tanto per capirci) perché se pure con tempi di ritorno lunghssimi (superiori alla vita media di un individuo) la probabilità di incendio o esplosione è piuttosto alta: lo utilizziamo invece tranquillamente proprio perché il tempo di ritorno è lunghissimo.

    Dunque, la prassi delle Amministrazioni di essere estremamente conservative non ha reale fondamento tecnico: semplicemente è il metodo meno impegnativo (per le Amministrazioni) ma anche più inefficiente (per gli Automobilisti) di risolvere il problema.

    Se poi alle prescrizioni troppo rigide e conservative aggiungiamo il sanzionamento indiscriminato (a prescindere dalla valutazione ragionata delle "zone grigie" della statistica) il gioco è fatto: ma questa è un’altra storia…

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