L’altro ieri sono stato mandato dal mio giornale a seguire un convegno della Confindustria all’aeroporto di Grottaglie (Taranto). Partendo da Bari, sono solo 130 chilometri per andare e 130 per tornare, tutti tra superstrada e autostrada con traffico scarso. Ma è stato abbastanza per trovare una bici contromano che dalla carreggiata imboccava uno svincolo (sempre contromano) e un’auto che faceva inversione di marcia in una delle situazioni più pericolose che si possano immaginare (superstrada a quattro corsie senza spartitraffico, in discesa e in corrispondenza di un doppio svincolo complicato).
Perché ve lo racconto?
Sarò sfortunato, ma cose analoghe mi erano capitate un venerdì di fine estate scorsa dalle stesse parti. C’è di che riflettere: le critiche più serie e motivate agli attuali limiti di velocità generali si fondano sul fatto che essi siano troppo prudenziali perché ritengono probabili anche eventi particolari. Ma vedere manovre sconsiderate come quelle che ho visto l’altro ieri e qualche mese fa, almeno a pelle, dà un altro significato al concetto di probabilità.