La conversione in legge di un decreto sulla sicurezza stradale è sempre l’occasione per un “assalto alla diligenza”: molti parlamentari, approfittando dei tempi stretti del dibattito, riescono a inserire nei provvedimenti originari una serie di emendamenti dettati talvolta dalle esigenze (quasi sempre legittime, anche se discutibili) delle lobby, talaltra dalla volontà di ben apparire nei confronti dell’elettorato. E’ in questo contesto che, a poche ore di distanza le une dalle altre, si decidono strette severissime e allentamenti clamorosi, sempre divisi tra la necessità di mostrare il pugno di ferro e quella di non tartassare chi guida per lavoro (come ha dichiarato esplicitamente ieri il deputato leghista Davide Caparini a proposito della sua proposta – divenuta legge nell’ambito del decreto Bianchi – di commutare parte della sospensione della patente per eccesso di velocità in divieto di guida notturna). Nello stesso contesto sono maturate le bizzarrie di cui il Codice della strada è stato disseminato negli ultimi anni: dal bastone bianco-rosso (e non più solo bianco) per i ciechi alla possibilità di usare il dialetto nei cartelli stradali, fino alla multa di 200 euro per chi tiene il motore acceso per far funzionare il condizionatore (approvata ieri col decreto Bianchi).
Sono bizzarrie che spesso hanno un elemento comune: la mancata considerazione del fatto che non si può pretendere di disciplinare tutto con una norma, perché il destino creerà sempre situazioni finora non normate. Di fronte a questa realtà, sarebbe meglio avere leggi un po’ più vaghe, anche se è chiaro che molti italiani in questa vaghezza sguazzerebbero.
Dunque, noi siamo quasi condannati ad avere leggi così. Ma gli inglesi? Proprio loro, celebrati in tutto il mondo per la semplicità del diritto anglosassone, nello scorso weekend sono usciti con una riforma delle regole stradali che sembra molto “italiana”
In pratica, se i giornali non le hanno travisate del tutto, le nuove norme inglesi vietano espressamente qualsiasi gesto possa anche solo lontanamente far perdere il controllo del veicolo: fumare, azionare comandi sulla plancia non strettamente necessari alla marcia eccetera. Sappiate che tutte queste cose sono già vietate dal Codice della strada italiano. Solo che – stranamente per essere in Italia – sono riassunte tutte nell’articolo 141, comma 2, che vieta genericamente di perdere il controllo del veicolo.
Qualcuno dirà che hanno fatto meglio gli inglesi e inviterà il nostro Parlamento a mettere subito mano all’articolo 141: loro prevedono vere e proprie stangate, mentre con la norma italiana gli indisciplinati italiani se la cavano con una quarantina di euro di multa. Ma c’è un motivo ben preciso perché il nostro Codice prevede una sanzione così bassa: spesso è difficile vedere che cosa fa un conducente dentro un abitacolo e quindi ogni accertamento delle forze dell’ordine potrebbe generare contenzioso. Avere sanzioni basse contribuisce a non inflazionare i ricorsi: di solito i cittadini ne presentano quando le sanzioni sono pesanti.
Se gli inglesi si sono permessi di varare norme più rigide, o è perché anche loro hanno perso il senso del ridicolo o è perché loro presentano ricordo solo quando è fondato.