A giugno era stata un argomento da prima pagina, ora esce di scena in silenzio. La possibilità di iniziare a 16 anni le esercitazioni di guida in auto è stata eliminata dal pacchetto Bianchi, il disegno di legge sulla sicurezza stradale presentato a marzo dal Governo, emendato a giugno dal Parlamento e poi arenatosi (tanto che poi alcuni dei suoi contenuti sono stati fatti entrare in vigore per l’esodo di inizio agosto col decreto Bianchi). Per la verità, non è stata una bocciatura integrale: è stato lasciato uno spiraglio, inserendola tra le possibili novità nell’ambito della riforma del Codice della strada, che il pacchetto Bianchi prevede di delegare al Governo. In ogni caso, la bocciatura non sembra un male: per com’era stata scritta, la norma avrebbe rischiato di portare più danni che benefici.
Infatti, la guida a 16 anni si sarebbe risolta praticamente nella possibilità di anticipare di due anni la possibilità di guidare col foglio rosa. L’esperienza estera ha invece dimostrato che ci vogliono accorgimenti particolari, come una preparazione particolare per il tutor col quale il ragazzo si esercita (per evitare che l’adulto trasmetta i suoi errori, che, a giudicare da quel che si vede per strada tutti i giorni, spesso non sono pochi). Occorre poi una responsabilizzazione del tutor, obbligandolo a tenere un diario da discutere con un esperto, per evitare che le esercitazioni si risolvano in semplici passeggiate. Si spera che di queste cose ci si ricordi qualora il Governo decida di avvalersi della possibilità di introdurre la guida a 16 anni, prevista dalla delega alla riforma del Codice che sta per essergli conferita.