Elogio delle cinture posteriori. Meglio tardi che mai

E’ passata quasi una settimana e ancora non credo alle mie orecchie: venerdì scorso alle 13,45, per la prima volta in quasi vent’anni, in un bollettino radiofonico di Onda Verde ho potuto ascoltare non la solita raccomandazione banale e generica sulla sicurezza, ma un messaggio che finalmente induce alla prudenza spiegando come stanno le cose. Infatti, in coda alle notizie sul traffico, invece del solito “rispettate i limiti di velocità” o “guidate con prudenza”, la conduttrice ha sfoderato un “allacciate le cinture anche sui posti posteriori: la maggior parte dei decessi riguarda chi viaggia dietro, che spesso viene sbalzato”. Più chiaro di così…

Molto probabilmente non è stata la prima volta che è stato dato un messaggio del genere (ultimamente non sono un ascoltatore assiduo di Onda Verde), ma di certo ancor oggi è raro ascoltare messaggi così mirati. Fa rabbia pensare che i responsabili di Onda Verde ci siano arrivati dopo troppo tempo: la loro struttura (il Cciss – Viaggiare informati) fu costituita nella forma attuale per far fronte alle esigenze dei Mondiali di calcio del ’90 e anche allora si sapeva che le cinture posteriori salvano la vita come e più di quelle anteriori. Anzi, erano addirittura già obbligatorie. Ma praticamente nessuno si ricordava di dirlo in giro…