Un mese fa un lettore si lamentava per lo stress che guidare in Italia procura e ne attribuiva le cause ai troppi limiti e divieti. Io gli risposi che, certo, la segnaletica è malridotta, spesso sovrabbondante e altrettanto spesso mancante. Ma ancor più spesso lo stress deriva dall’aggressività generale dei guidatori italiani: siamo sempre circondati da furbetti che compiono ogni genere di scorrettezza anche per guadagnare un inutile mezzo metro. Ora ci sono due conferme alla mia opinione: l’ultimo sondaggio dell’Aci e il raid Bari-Capo Nord compiuto da due giovani pugliesi che hanno tenuto il bel diario che potete consultare nei due file allegati (è anche un’ottima guida per chi deve attraversare l’Europa in auto).
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Il sondaggio Aci ha appurato che la prima causa di stress secondo gli italiani non è né il traffico (indicato “solo” dal 49% degli interpellati) né il rischio di essere multati (un misero 11,9%), ma la presenza di altri conducenti furbi o scorretti (52,7%).
Il raid Bari-Capo Nord (lo avevo annunciato nel post del 30 luglio), in questa stessa sezione) ha confermato che basta attraversare la frontiera con l’Austria per vedere la gente guidare in modo molto più corretto che in Italia. Tra le tante informazioni riportate dall’equipaggio (le trovate nei file allegati), fanno riflettere queste:
– i tedeschi sono tra i più corretti (più degli austriaci) anche nei tratti autostradali senza limiti di velocità, per cui vanno sì forte ma senza fare i pirati come noi, rispettano distanze di sicurezza, obbligo di segnalare i cambi di corsia eccetera;
– nei Paesi scandinavi si va molto piano a prescindere dai controlli (in Finlandia ce ne sono tanti, in Norvegia no) e nonostante il traffico sia scarsissimo, perché la prima cosa che i guidatori fanno è tenere le distanze dagli altri (non solo perché vivono in Paesi poco affollati, ma anche perché pensano sempre di dover frenare sul ghiaccio);
– i limiti di velocità scandinavi sono bassissimi (per esempio, sono da percorrere a 60 all’ora interi tratti del tutto deserti e con visibilità a dir poco sufficiente) non solo per il ghiaccio (che comunque in estate è quasi assente), ma soprattutto perché si teme che dai boschi circostanti spuntino all’improssiso le renne (l’impatto con le quali è spesso fatale agli automobilisti);
– nei Paesi baltici c’è un pezzo d’Italia, perché il rapporto controllori-controllati è spesso malato come da noi (furbi i conducenti e nascosti i poliziotti, ai quali comunque “interessano” di più gli stranieri, che “pagano meglio”), ma non è così negli altri Paesi ex-comunisti, per cui rischiamo brutte figure non solo rispetto all’Ovest più avanzato.