A giudicare dai comunicati stampa, i primi due weekend di applicazione del decreto Bianchi su molte autostrade sono filati lisci: meno code, meno incidenti, meno vittime. Questo è successo tra l’altro sulla rete di Autostrade per l’Italia (il maggior gestore del Paese) e sulla temutissima Salerno-Reggio Calabria. Un successo? In termini di traffico probabilmente sì. Ma, in termini di sicurezza, mica tanto. Ecco perché.
Il problema è che non si può cantare vittoria in giornate che gli stessi gestori autostradali definiscono “da bollino nero”, cioè con traffico al limite della paralisi: in queste condizioni, gli unici incidenti possibili sono i microtamponamenti, che a volte non finiscono nemmeno nelle statistiche perché i conducenti si fermano pochi minuti, constatano i danni, si scambiano i dati e riprendono la marcia senza far intervenire alcuna pattuglia.
Così, fanno sorridere i comunicati stampa che descrivono lo spiegamento di misuratori di velocità da parte delle forze di polizia: gli operatori sanno benissimo che usarli nelle ore di punta dell’esodo è pressoché inutile e può diventare dannoso (pensate alle risate degli utenti dell’autostrada costretti a “sfrecciare” ai 30 all’ora consentiti dal traffico anziché ai 130 che permetterebbe il Codice della strada). Figuriamoci che cosa accade col Tutor, il sistema che misura la velocità media, annunciato al debutto in queste settimane anche sulla Roma-Napoli. La verità è che i misuratori vengono più utilmente piazzati nelle giornate un po’ meno trafficate. Con grossi risultati anche quest’anno: nonostante la grancassa mediatica sul decreto Bianchi, come leggerete sul Sole-24 Ore di lunedì prossimo 20 agosto, il numero di multe per eccesso di velocità in autostrada continua ad aumentare. Si potrebbe dunque pensare che l’effetto deterrente del provvedimento non sembra essere stato granché.
E allora come si spiegano i risultati positivi per gli incidenti di quest’anno? A parte il fatto che la velocità non è affatto l’unica causa dei sinistri, va notato che sono cifre significative solo in percentuale, mentre in valore assoluto non sono così impressionanti. Infatti, le autostrade sono sempre le arterie più sicure rispetto alla media nazionale e questo vale a maggior ragione durante l’esodo, quando il traffico fa sì che gli incidenti avvengano a bassa velocità e spesso non figurino nelle statistiche. Come dimostrano anche le cronache, durante le vacanze preoccupano di più le strade ordinarie, spesso anche in orari che con l’esodo c’entrano poco.