Cari garantisti, eccovi serviti. Dopo anni di dibattiti e sentenze sull’attendibilità degli autovelox e della loro taratura, è bastato che la Polizia stradale della Lombardia scoprisse un giro di false multe per eccesso di velocità per avere la conferma che in realtà chi supera i limiti di velocità è ben conscio di farlo e non ha nulla da ridire sul fatto che l’infrazione sia stata davvero commessa. Quindi, ha ragione il ministro dei Trasporti Alessandro Bianchi, che commentando gli incidenti di questo weekend ha detto che i controlli di velocità servono comunque. Persino quando sono del tutto inventati.
I fatti scoperti in Lombardia sembrano inequivocabili. Fra i 300 automobilisti che hanno ricevuto i finti verbali inviati da una banda di truffatori che si appostavano lungo l’autostrada A4 e annotavano i numeri di targa delle vetture che passavano più veloci, solo uno ha presentato ricorso, cosa che ha poi consentito di scoprire il raggiro. Gli altri 299 non hanno battuto ciglio. Certo, i truffatori avevano fatto di tutto per non causare ricorsi: sceglievano solo chi sfrecciava più forte e gli “contestavano” unavelocità inferiore ai 178 orari, che non faceva scattare le sanzioni massime previste per eccesso di velocità tra cui la sospensione della patente. Ma non sembra credibile che 299 persone abbiano rinunciato a fare ricorso pur avendo ragione: è più probabile che sapessero bene di essere in torto e abbiano anche ringraziato per non aver preso la sanzione più alta. Dunque, il semplice taccuino di un truffatore, senza alcun autovelox, ha fatto loro ammettere di aver infranto il Codice