La morte del carabiniere ci ricorda di allacciare le cinture

Sembra solo un fatto di cronaca e invece è anche una lezione di sicurezza stradale: la morte dell’appuntato dei Carabinieri durante un inseguimento nei pressi di Roma mostra anche ai più scettici l’importanza delle cinture. Infatti, l’auto di servizio appare sostanzialmente intatta nella zona dell’abitacolo, segno che sugli occupanti non si sono scaricate troppe sollecitazioni in seguito allo speronamento subìto da parte del furgone dei banditi e all’urto col guard-rail. Dunque, la morte sembra dovuta allo sbalzamento fuori dall’abitacolo, che normalmente non è possibile quando le cinture sono allacciate.

Lungi da me esprimere valutazioni su chi è morto facendo il suo dovere senza risparmiarsi: uomini così vanno solo ringraziati e rimpianti. E comunque può essere che la cintura fosse stata slacciata solo da pochi istanti, per una qualche necessità legata all’inseguimento. Ma resta il fatto che ancora troppi uomini delle forze dell’ordine non si allacciano mai, nonostante da oltre dieci anni le circolari ministeriali ricordino anche a loro di farlo, salvo casi di emergenza. La colpa di tutto questo è soprattutto dello Stato, che non ha esteso a tutti i pattuglianti i corsi di guida sicura nei quali viene dimostrato che si può tenere la cintura allacciata anche quando s’indossa una divisa con bandoliera, cinturone, pistola e altri oggetti “scomodi”. E che, nel caso in cui si debba intervenire rapidamente, si può uscire rapidamente dall’auto anche quando si sta allacciati.

A tutti gli altri cittadini (compresi gli uomini delle forze dell’ordine quando non sono in servizio), si può solo ripetere che le cinture vanno allacciate su qualsiasi strada e qualunque sedile si occupi. Se non ne siete ancora convinti, andate al post del 9 giugno in questa stessa sezione (“Allacciare le cinture”).