I controlli automatici hanno fatto centro: la Francia se n’è riempita dal 2003 e ha drasticamente ridotto il numero dei morti sulle strade. Ora – come si legge sul quindicinale specializzato “L’auto-journal”, secondo il locale osservatorio interministeriale sulla sicurezza stradale, in autostrada la percentuale di conducenti che supera il limite di 130 orari si è ridotta a circa il 30%; ancora nel 2001 era al 45%. Parallelamente, il 26 maggio dell’anno scorso, una circolare dei ministeri dell’Interno e dei Trasporti ha chiesto alle Prefetture una revisione dei limiti imposti localmente sulle strade, anche se finora nulla si è mosso.
Così ora le associazioni di automobilisti chiedono di alzare i limiti, ma tecnici e autorità avvertono che bisogna comunque andarci piano: “Alcuni limiti locali effettivamente sono fuori dal buonsenso, ma è comunque matematico che meno si corre e meno si muore”.
L’esperienza francese è molto interessante per noi italiani: apparentemente ha molte analogie con la nostra, ma se si guarda bene si scoprono due realtà molto diverse.
L’analogia più evidente è il calo dei trasgressori in autostrada a seguito dell’intensificarsi dei controlli automatici: anche da noi già il primo anno e mezzo di funzionamento del Tutor ha fatto diminuire di molto le velocità e proprio in questi giorni con l’estensione del sistema a tratte importanti ci saranno ulteriori effetti. Ma quando non c’erano controlli automatici i francesi difficilmente superavano i 160, noi difficilmente andavamo oltre..i 200.
Quanto alle associazioni degli automobilisti, per quel che si vede su “L’auto-journal”, in Francia non chiedono di andare oltre i 130 (come invece molti italiani vorrebbero), ma semplicemente di abolire i limiti locali troppo bassi, di punire meno gli eccessi di velocità lievi (cosa che da noi si è sempre fatta) e di mettere cartelli che consentano di graduare bene il rallentamento quando la velocità consentita di abbassa molto (per esempio, da 130 a 90).
Inoltre, le associazioni non accusano i Comuni di voler solo fare cassa con le multe per il superamento dei limiti; piuttosto, accusano i Comuni di essere troppo sensibili alle pressioni dei comitati locali formati da chi abita nei pressi di strade di scorrimento.
Su due cose c’è invece assoluta parità tra Francia e Italia.
1. Le difficoltà di effettuare una revisione dei limiti locali: in Francia, nonostante la segnaletica sia molto più ordinata che da noi, non ce l’hanno fatto in più di un anno. Figuriamoci quindi che fine farà il recente ordine del giorno votato dal Parlamento italiano perché si faccia una revisione anche da noi.
2. L’utilità dei soldi delle multe per le pubbliche amministrazioni: come riporta in breve sempre “L’auto-journal”, si è appena chiuso un contenzioso tra lo Stato e un Dipartimento locale (l’equivalente di una Provincia italiana) sulla destinazione dei proventi dei controlli automatici. Per la cronaca, ha vinto il Dipartimento.