L’altra sera, girando per Roma, non ci voleva molto per accorgersi che era un corso un “pattuglione” della Polizia municipale: vigili praticamente a ogni angolo del centro, Autovelox sul Lungotevere, verso l’autostrada per Fiumicino e chissà dove ancora. C’è da scommetterci: qualcuno si sarà lamentato ancora una volta per il fatto che i misuratori di velocità non erano ben visibili. E avrà alimentato la solita polemica: gli agenti devono essere sempre visibili oppure no? Questa polemica è senza senso, per almeno due ragioni.
La prima è spiegata proprio da quello che i vigili romani facevano l’altra sera: non intendevano nascondersi, ma per rendersi pienamente visibili è necessario piazzare l’auto di servizio vicino al misuratore di velocità. E questo non sempre è possibile quando si devono tenere sotto controllo alcuni punti pericolosi (dove persino chi si lamenta delle multe concorda sul fatto che i controlli vadano fatti): qui spesso non c’è spazio sufficiente per parcheggiare e talvolta nemmeno per piazzare il rilevatore in bella vista senza rischiare che qualche veicolo in transito lo travolga. Ecco perché, per esempio, la pattuglia impegnata all’Eur sullo stretto viadotto che poco più avanti si allarga diventando autostrada per Fiumicino ha dovuto lasciare l’auto su una specie di scarpata poco distante e mettere l’Autovelox subito dopo un guard rail in cemento, che lo copriva parzialmente.
La seconda ragione che giustifica i controlli nascosti è legata alle strategie di vigilanza. Molti (anche tra le forze dell’ordine) dicono che occorre mettersi a presidiare i punti più pericolosi rendendosi visibili. Ciò, a parte le difficoltà pratiche citate appena sopra, è sbagliato perché rischia di far diventare pericoloso anche tutto il resto della rete stradale: se i guidatori sapessero che lì non ci sono controlli, si comporterebbero come peggio non si può. Una conferma viene dai dati dell’Osservatorio sicurezza stradale della Provincia di Cosenza, che cito spesso in questo blog: molti incidenti avvengono in rettilinei che non presentano particolari rischi. Quindi occorrono pattuglie (o apparecchi completamente automatici) ben visibili nei punti più pericolosi (in cui è determinante avere la certezza che tutti vadano piano) e controlli casuali e “discreti” sul resto della rete (in modo che tutti temano la possibilità di incapparvi da un momento all’altro).