“I Comuni usano le multe stradali solo per fare cassa”. Ormai lo dicono tutti e in molti casi è vero. Ma, nel caso dei rilevatori che fotografano chi passa col rosso, la realtà è più complessa.
Innanzitutto, non è vero che vengano fotografati anche guidatori che sono transitati rispettando le segnalazioni del semaforo (si veda il post precedente (“Quando l’ira dei multati diventa leggenda metropolitana”).
Altro mito da sfatare riguarda il compenso per chi installa le apparecchiature e, spesso, si occupa anche di sviluppare le foto: si dice che molti Comuni lo paghino sotto forma di percentuale sugli incassi delle multe ed è vero, ma ciò non implica necessariamente la volontà di fare cassa. Infatti, il compenso “a cottimo” è stato concepito per non far ricadere sul Comune le spese per tenere in funzione la apparecchiature: i tecnici sanno bene che, dopo un certo periodo, i guidatori imparano che su un incrocio sorvegliato dall’apparecchio non si può più sgarrare e il numero di multe diminuisce molto, tanto da non coprire più i costi.
Piuttosto, il problema è che alcune aziende installatrici accettano il compenso a percentuale solo se il Comune lascia loro campo libero nello scegliere gli incroci su cui montare l’apparecchio. E, ovviamente, scelgono le intersezioni più trafficate, che non necessariamente sono le più pericolose. La scelta dovrebbe invece essere fatta dalla Polizia municipale sulla base degli incidenti del passato e della fattibilità del montaggio dell’apparecchio sugli incroci così individuati.
Altro problema “vero” è che a volte i tempi dei semafori sono regolati tanto male da indurre molti a passare col rosso. Non mi riferisco al fatto che la durata del giallo sarebbe stata accorciata (quella è un’altra leggenda metropolitana), ma al fatto che certi rossi durano troppo in rapporto al traffico. Quindi, le spire annegate nell’asfalto che servono a multare chi passa col rosso dovrebbero -per onestà e coerenza- essere usate innanzitutto per calcolare i flussi di veicoli in transito in un dato momento e adeguare i tempi del semaforo di conseguenza. Certo, ciò significherebbe praticamente non fare più multe e di conseguenza rinunciare agli incassi, ma se lo scopo (almeno quello dichiarato) è fare sicurezza…
Infine, un altro investimento possibile riguarda la realizzazione di rotonde al posto dei semafori:è dimostrato che funzionano, almeno per smaltire il traffico quando non è eccessivo. Anche se in alcuni casi ci sono stati incidenti, perché come al solito troppi conducenti ignorano le regole di comportamento.