Vi siete accorti che, a furia di cercare di aggirare leggi e misure di sicurezza, alla lunga abbiamo ottenuto l’esatto contrario? Qualche esempio, per chiarire. Dieci anni fa, quando le forze dell’ordine cominciarono a usare i Telelaser, subito furono inventati i ricorsi perché l’apparecchio non fotografava il trasgressore e quindi l’attribuzione dell’infrazione non sarebbe stata certa. Pochi capirono che la mancanza della foto era anche una garanzia per i velocisti “giudiziosi”: lasciava agli agenti un certo margine di discrezionalità, per “graziare” che viaggiava sopra i limiti ma padroneggiando bene il veicolo e rispettando tutte le altre regole (frecce,distanza di sicurezza eccetera). Dopo migliaia di ricorsi, esattamente quattro anni fa un’azienda di Concorezzo decise di importare una fotocamera abbinabile al Telelaser. Ora che questo costoso abbinamento si è diffuso, non c’è più scampo per nessuno.
E che dire dei semafori? Ormai, gli italiani passano non solo col giallo, ma anche col rosso appena scattato. Chi regola i semafori lo sa e ha aumentato la fase di “tutto rosso”, in cui è vietato passare quale che sia la direzione di marcia. Capite bene che così tutti perdono tempo. Anche chi prova a guadagnarne “bruciando” il rosso. Non solo: a causa della furbizia dei connazionali, i tecnici italiani non attivano nei semafori il giallo di preavviso anche del verde, che all’estero consente di attendere il via libera senza tenere premuta la frizione per tutta la durata del rosso.
Infine le cinture. Fateci caso: si trovano parcheggiate molte auto recenti con le cinture anteriori allacciate anche se a bordo non c’è nessuno. Il fenomeno è dovuto ai cicalini sonori di allarme per ricordare di allacciare le cinture, finalmente diffusosi sui modelli degli ultimi anni: molti, pur di non mettere la cintura, hanno capito che con questo allacciamento fittizio si può ingannare i sensori e quindi zittire il cicalino. Ma non hanno capito che la cintura serve sul serio. Sempre.